Quando andare in Thailandia
Clima
Il clima, dominato dal regime monsonico, è tropicale, caldo e umido. La Thailandia è caratterizzata da due stagioni:
- estiva ed umida: tra maggio e ottobre;
- invernale e secca: tra novembre e aprile
I mesi più caldi dell’anno sono: marzo, aprile e maggio. A maggio, infatti, con l’arrivo del monsone di sud-ovest, ha inizio la stagione delle piogge che dura fino all’inizio di novembre.
La capitale, Bangkok, presenta un clima di tipo tropicale caldo e umido e durante il mese di aprile, il più caldo, le temperature medie massime raggiungono i 35°C (mentre le medie minime difficilmente scendono sotto i 26°C); il mese più fresco è dicembre (con temperature medie massime intorno ai 31°C e medie minime di 21°C).
Il nord e il nord-est del paese risultano meno caldi rispetto alla Capitale. Il clima rimane tropicale, ma si fa meno umido (soprattutto durante l’inverno).
Il sud del paese ha temperature decisamente costanti durante tutto l’arco dell’anno, ma è però interessato da piogge più intense.
Sull’isola di Phuket, il periodo più caldo va da marzo ed aprile, con temperature medie massime di 34°C (anche se ad aprile non è raro arrivare ai 40°) e medie minime di 25°C. La stagione delle piogge, anche qui, va da maggio ad fine ottobre e la media annua delle precipitazioni è di oltre 2200 mm.
Sull’isola di Koh Samui, nel Golfo di Thailandia, invece, le piogge sono meno abbondanti e la stagione delle piogge inizia ad ottobre con il monsone di nord-est, e termina in dicembre.
Quando visitare, allora, la Thailandia? Sicuramente tra novembre e febbraio, quando il caldo è più sopportabile, in quanto il tasso di umidità è più basso.
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La Thailandia, chiamata anche con l’antico nome Siam, è uno Stato del sud-est asiatico. Il Paese si estende per 513.120 km² (la sua superficie può, dunque, essere paragonata a quella della Spagna) e, dal punto di vista geografico, risulta diviso in diverse regioni.
Il nord appare montagnoso: qui, sorge il Doi Inthanon, il rilievo più alto del paese (2.576 metri); spostandosi verso la Birmania s’incontra una serie di catene montuose, mentre il fiume Mekong, a nordest, fa da confine naturale con il Laos.
La Thailandia del Nordest, denominata Isan (o Isaan), appare costituita dall’altopiano di Khorat e da una serie di modeste catene montuose che marcano i confini meridionale (la catena dei monti Dângrêk) e occidentale.
Il cuore della nazione è fertile e risulta dominato dalla pianeggiante valle del fiume Chao Phraya: è qui che si concentrano le più estese coltivazioni di riso e frutta; la parte occidentale, invece, ospita diverse catene montuose che segnano il confine con la Birmania e i monti Cardamomi, che tracciano il confine con la Cambogia.
La Thailandia del Sud, infine, si estende lungo la penisola malese, che è attraversata dalla catena dei monti Titiwangsa ed ha il suo punto più stretto nell’istmo di Kra, nei pressi di Ranong.
La Thailandia ospita centinaia e centinaia di isole costiere. Se moltissime sono disabitate, o semplicemente piccolissime e praticamente sconosciute, altre si sono configurate come veri e propri paradisi turistici (come la famosa Phuket, ma non solo; importanti destinazioni, oggi, sono anche: l’Isola di Koh Phangan, Phi Phi Island e Koh Chang).
Molte isole thailandesi sono raggruppate in grandissimi arcipelaghi; la Baia Phang Nga ha, ad esempio, 67 isole, il Parco Nazionale Mu Ko Chang ne ha 52, il Parco Nazionale Tarutao 51 e il Parco Nazionale Ang Thong 42.
I due principali sistemi fluviali principali della Thailandia sono rappresentati dal fiume Chao Phraya (che scorre da nord a sud per 372 km e si getta nel Golfo di Thailandia) e dal fiume Mekong (l’unico del paese che sfocia nel Mar Cinese Meridionale).