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Bosa

Bosa sorge vicino alla foce di un fiume, il Temo, e il borgo antico ricorda un po’ un villaggio di pescatori portoghese, con le sue case colorate, arroccate alle pendici del colle di Serravalle e che si affacciano sul fiume o, più avanti, verso la marina; le barche dei pescatori e le piccole barche da diporto ormeggiate ai margini del fiume completano il quadretto, insieme alle antiche concerie ottocentesche, alle palme che orlano il lungofiume e, a dominare tutta la vallata, il castello dei Malaspina, in cima al colle di Serravalle.

Insomma, l’effetto è molto romantico e Bosa inevitabilmente si presta ai raptus di incontinenza da scatto da cui spesso si fa cogliere l’homo photograficus.

Le sue coste poi non sono da meno, soprattutto lungo la litoranea che da Bosa arriva fino ad Alghero e poi continua per Capo Caccia. Questo territorio è un po’ la finis terrae sarda, impreziosito dalla presenza dei grifoni che nidificano solo in questo pezzo di costa.

La tradizione popolare di Bosa si identifica soprattutto con il suo carnevale ma anche con la festa di Nostra Signora di Regnos Altos: durante il secondo fine settimana di settembre lungo i vicoli del centro storico vengono allestiti gli altarittos, piccoli altari devozionali ornati di fiori e di merletti a filet, pizzi di antica tradizione bosana che riproducono in maniera stilizzata soggetti naturali dal carattere arcaico; e poi, dulcis in fundo, vengono imbandite lunghe tavolate con bevande e piatti tipici che vengono offerte a residenti e turisti.

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