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Punizione dei ribelli –

« Ora Core figlio di Izear, figlio di Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram, figli di Eliab, figlio di Pallu, figlio di Ruben, 2 presero altra gente e insorsero contro Mosè, con duecentocinquanta uomini tra gli Israeliti, capi della comunità, membri del consiglio, uomini stimati; 3 radunatisi contro Mosè e contro Aronne, dissero loro: «Basta! Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l’assemblea del Signore? ».

La scena presenta l’episodio della rivolta contro Mosè da parte di Core, Dathan e Abiram. I tre capi delle famiglie ebree non volevano riconoscere l’autorità civile e religiosa di Mosè, organizzarono quindi una rivolta con 250 uomini. La punizione divina, come recitano le scritture, si abbatté su di loro così scomparvero nel nulla inghiottiti dalla terra.

Nel dipinto si vede Mosè a destra con la tunica verde e alle sue spalle Giosuè che si scontra con i ribelli con i mano le pietre, salvando Mosè dalla lapidazione. In secondo piano l’Arco di Costantino, ed alcuni resti di a basilica, in basso Core, Dathan e Abiram.

A sinistra Mosè alza il bastone del comando, la terra si apre inghiottendo i Leviti. Due uomini assistono alla scena come spettatori, il primo vestito di nero guarda verso il pubblico.

Foto: www.frammentiarte.it

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I Papi Archivi – La Cappella Sistina e i Musei Vaticani

Sisto IV, al secolo Francesco della Rovere, salì al soglio di Pietro il 9 agosto del 1471, all’età di 57 anni. Nacque nel 1414 in una villa del savonese, Celle Liguere, sin da piccolo fu educat…

Al secolo Giovanni Battista Cybo, nacque nel 1432 a Genova, in una nobile famiglia, figlio di Arano Cibo e de’ Mari. Il padre che ebbe in passato rapporti con i sovrani napoletani lo mandò insi…

Al secolo Giuliano Della Rovere, nacque il 5 dicembre del 1443 ad Albisola (anticamente chiamata Abizal), un piccolo borgo in provincia di Savona, sin da piccolo entrò subito nel convento dell’…

Al secolo Giovanni di Lorenzo de’Medici nacque a Firenze nel 1475 figlio di Lorenzo il Magnifico. La carriera ecclesiastica di Giovanni inizia in tenera età, a 13 anni erano già incorso le trat…

Clemente VII ebbe un ruolo di primaria importanza nello sviluppo decorativo della Sistina, in quanto commissionò a Michelangelo la decorazione della parete di fondo con il “Giudizio Universale”, oper…

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Innocenzo VIII –

Al secolo Giovanni Battista Cybo, nacque nel 1432 a Genova, in una nobile famiglia, figlio di Arano Cibo e de’ Mari. Il padre che ebbe in passato rapporti con i sovrani napoletani lo mandò insieme con il fratello Maurizio alla corte di Alfonso I, al quale servì come paggio d’onore.
Giovanni ebbe due figli da una nobildonna, Francesco e Teodorina, che poi morì.

L’avvicinamento alla vita religiosa lo portò ad allontanarsi da Napoli, venne canonicato nella città di Capoa, ed ebbe il priorato di Santa Maria d’Arba. Il difficile rapporto con l’arcivescovo Giordano Gaetano portò il giovane Giovanni a partire per Padova per iniziare gli studi.

Anni dopo si trasferì a Roma dove fu molto ben visto da Filippo Calandrino, cardinale di Bologna e fratello del papa Nicolò V, tale incontrò lo avvicinò alla corte pontificia, fino ad essere nominato vescovo di Savona da Paolo II, all’età di 36 anni. Nel 1473, l’amicizia con Giuliano della Rovere, nipote di Sisto IV, gli procurò la nomina a cardinale di Santa Babilia e poi di Santa Cecilia.

La fama di uomo di mediazione e di diplomazia lo portò a presenziare alla Dieta di Norimberga, a mediare tra gli Sforza di Milano i sovrani di Napoli e la Signoria di Firenze.

Dopo la Morte di Sisto IV entrò in conclave, la necessità da parte della Chiesa di avere un pontefice in grado di conciliare e di trovare il punto di accordo nel complicato scenario politico europeo portò alla scelta del cardinale Cibo, che fu eletto papa dai 28 cardinali elettori, il 29 agosto del 1484 alle ore 14. Venne incoronato il 12 settembre dal cardinale Francesco Piccolomini, la scelta del nome cadde su Innocenzo in memoria di Innocenzo IV, anch’egli genovese.

Durante il suo pontificato non si hanno notizie di interventi significativi alla Cappella, commissionò ad Andrea Mantegna la decorazione di una cappella personale al Belvedere, distrutta durante il pontificato di Pio VI, sul piano politico emanò una bolla contro la stregoneria in Germania, condannò l’astrologia e sostenne fortemente l’Inquisizione in Spagna. Dovette affrontare la diffusione delle nuove idee religiose contro i Valdesi.

Morì a Roma nel 1492, tre giorni prima della partenza di Colombo per le Americhe.
Seguirono i pontificati di Alessandro VI e Pio III. [2]

Foto: www.catalogo.fondazionezeri.unibo.it

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Giulio II –

Al secolo Giuliano Della Rovere, nacque il 5 dicembre del 1443 ad Albisola (anticamente chiamata Abizal), un piccolo borgo in provincia di Savona, sin da piccolo entrò subito nel convento dell’ordine dei francescani convenutali.

Divenuto Cardinale di San Pietro ai Vincoli nel 1471, ottenne l’arvivescovato di Avignone, per volere dello zio Sisto IV, ebbe da subito incarichi importanti anche in Italia, ricoprendo in tutto otto diversi vescovati: Carpretras, Ostia, Albano, Vologna. Alessandro VI, che era della famiglia dei Borgia in contrasto con i Della Rovere, lo perseguitò fino alla morte, Giuliano cospirò conro di lui con Carlo VIII di Francia ed il Savonarola.

Il pontificato di Pio III durò solo pochi giorni e nel 1505 entra in conclave, uscendo papa all’età di 60 anni.

Giulio II, uomo di grande temperamento, fu conosciuto anche con il soprannome di “Papa Guerriero”, il suo pontificato si caratterizzò per una politica aggressiva, tesa al recupero del prestigio della chiesta, intraprese da subito una campagna di riconquista dei territori della Chiesa.

Uomo di grande fede ma allo stesso tempo guidato da una indole da Principe più che da papa, ebbe un rapporto travagliato con Michelangelo il cui carattere non era altrettanto docile, alternando momenti di profonda amicizia ad altri di grande tensione.

Durante il pontificato fece coniare un’unica valuta in argento, i giuli, successivamente chiamati paoli.
Una delle più importanti campagne militari fu quella contro Bologna, città papale quasi indipendente sotto i Betivoglio, alla guida di 2 mila soldati, conquistò la città nel 1506.

L’altro grande nemico era Venezia, aderì alla Lega di Cambrai, già costituita da Francia, Germania e Spagna, la Sernessima fu sconfitta ad Agnadello nel 1509. Le capacità diplomatiche di Giulio II vennero messe alla prova nella campagna contro la dominazione francese in Italia, contro i quali promosse una Lega Santa nel 1511 con Venezia e Spagna, per tutta risposta, Luigi XII con l’aiuto dei cardinali francesi capeggiati dal Sanseverino e Carvajal indisse nell’estate del 1511 un concilio con l’obiettivo di promuovere uno scisma dalla chiesa di Roma e destituire Giulio II.

Quest’ultimo rispose con la scomunica dei cardinali che aderirono al piano del sovrano francese e convocò un Concilio Generale nella primavera del 1512. Le sollevazioni di importanti città del nord Italia tra le quali Milano e Genova cambiarono lo scenario militare, costringendo l’esercito francese a ritirarsi.

Foto: www.papalepapale.com

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Cenni Storici –

La Cappella Sistina fu costruita tra il 1475 e il 1481 per volere di Sisto IV (al secolo Francesco della Rovere), da cui prese il nome, salito al soglio pontificio quattro anni prima. La Sistina, oltre ad ospitare i grandi capolavori di Michelangelo, Botticelli, Ghirlandaio ecc è una delle tre Cappelle Papali del Palazzo Apostolico Vaticano.

Essa è conosciuta anche per essere l’importante sede del conclave (dal latino cum clave, cioè “chiuso con la chiave”), l’assemblea dei cardinali che si riunisce per l’elezione del nuovo papa.

Il XIII ed il XIV furono secoli segnati da guerre civili e conflitti per l’affermazione dei privilegi ecclesiastici e la difesa contro le prevaricazioni straniere. Il susseguirsi di continue lotte portarono a spostare la sede della Chiesa da Roma ad Avignone da cui prende il nome il periodo “cattività aragonese”.

Si comprende il motivo per cui gli edifici furono lasciati in uno stato di totale abbandono e come fosse necessario avviarne la restaurazione.

  • Sisto IV

    Con Sisto IV venne avviato un programma di restauro e di edificazione dei monumenti dello Stato della Chiesa, il quale, in seguito alle vicende storiche che segnarono la riaffermazione del potere papale, aveva bisogno di nuove sedi per rappresentare il prestigio del pontefice.

    La cappella palatina del Palazzo Apostolico (la Cappella Magna) necessitava di interventi tali da renderla all’altezza della Maiestas papalis.

    Sisto IV decise quindi di far costruire una nuova cappella in cui potessero svolgersi le cerimonie e le liturgie più importanti e fosse in grado di accogliere l’intera corte papale.
    La costruzione venne avviata solo quattro anni dopo l’elezione del pontefice e la direzione dei lavori fu affidata a Giovannino de’Dolci.

    Il progetto architettonico della Sistina venne affidato in origine a Baccio Pontelli, architetto fiorentino. Come confermato anche dagli scritti del Vasari, Baccio Pontelli (nel Vasari Pintelli, ndr) era considerato un ottimo architetto e a dimostrazione della sua bravura ebbe numerosi incarichi dalla Santa Sede ed in particolare da Sisto IV che gli commissionò il restauro di alcune importanti Chiese e Rocche nei dintorni di Roma.

  • Perugino

    I primissimi interventi pittorici furono invece affidati a Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, in quanto originario della provincia di Perugia. Prima del restauro della Cappella, il Perugino ebbe numerose commissioni da Sisto IV come ad esempio gli affreschi della Basilica vaticana, distrutti agli inizi del ‘600.

    Data l’esperienza del pittore, il pontefice decise allora di affidargli la decorazione della parete di fondo della Sistina.

    Tre anni dopo l’inizio dei lavori della Cappella, avviati nel 1477, il Perugino si mise all’opera. escludendo la Nascita e ritrovamento di Mosè, l’Assunta con Sisto IV inginocchiato, e la Natività di Cristo che andarono distrutte, la prima opera che menzioniamo è La consegna delle chiavi sulla parete del registro mediano della Cappella eseguita tra il 1481 ed il 1482.

    In seguito ad una serie di vicende politiche che interessarono i rapporti tra lo Stato della Chiesa e Firenze, Lorenzo il Magnifico volle attuare una politica di riappacificazione, sollecitando nel 1480, alcuni importanti artisti fiorentini tra i quali Botticelli, Rosselli, Ghirlandaio, a contribuire alla realizzazione delle decorazioni della Cappella.

  • Botticelli

    Botticelli partì da Firenze il 27 ottobre del 1480, all’artista furono assegnati tre episodi, eseguiti anche grazie all’aiuto dei collaboratori: Prove di Mosè, le Prove di Cristo e la Punizione di Qorah, Dtham e Abiram.
    Le decorazioni pittoriche della Cappella interessarono quindi solo le pareti, in quanto la volta venne realizzata da Michelangelo solo successivamente, dal 1536, quasi 60 dopo. Fino ad allora la volta era dipinta con un cielo stellato di Piermatteo d’Amelia.

    La parete sud venne affrescata tra il 1481 ed il 1482 con le opere di Botticelli (Prove di Mosè e la Punizione dei Ribelli); da Perugino (Partenza di Mosè per l’Egitto), in collaborazione con il Pinturicchio; da Cosimo Rosselli o Pietro Cosimo (Discesa dal monte Sinai); da Cosimo Rosselli o Domenico Ghirlandaio o Biagio di Antonio Tucci (Passaggio del Mar Rosso) ed infine da Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta (Testamento e morte di Mosè).

    La Parete nord mostra le opere di Perugino con il Battesimo di Cristo e la Consegna delle Chiavi; le Tentazioni di Cristo di Botticelli; la Vocazione dei primi apostoli del Ghirlandaio; il Discorso della montagna e l’Ultima Cena di Rosselli.

    Sulla Parete est, cioè la parete di ingresso, è presente la Resurrezione di Cristo di Van den Broeck, realizzata nel 1572 e la Disputa sul corpo di Mosè di Matteo da Lecce, del 1574.

    Gli Affreschi realizzati tra il 1480 ed il 1483 non rappresentano solo importanti e fondamentali eventi biblici, alcuni dei quali sono a fondamento della Chiesa stessa, ma pongono altresì in risalto il ruolo storico – politico del Vaticano in quegl’anni; il programma iconografico, infatti è teso a rappresentare sia l’antagonismo tra l’autorità papale ed i nemici interni alla Chiesa (ad esempio La punizione dei ribelli di Botticelli), sia l’affermazione del potere temporale dell’autorità pontificia (Consegna delle Chiavi).

    La consacrazione della Cappella avvenne il 9 agosto del 1483 con una celebrazione solenne in occasione dell’Assunzione della Vergine Maria, il dogma cattolico tramite il quale ci celebra l’assunzione della Vergine al Paradiso, infatti la cappella è dedicata alla Vergine Assunta in Cielo.

    Per circa vent’anni, durante i quali si succedettero i pontificati di Innocenzo VIII e Alessandro VI ed il brevissimo pontificato di 22 giorni di Pio III, la Cappella non subì nuovi o significativi interventi.

    Il 216º papa della Chiesa cattolica, Giulio II, noto come “il Papa guerriero” o “il Papa terribile“, salì al soglio di Pietro nel 1503. L’anno successivo, la volta della Cappella subì dei danni a causa di un inclinamento della parete meridionale, lasciando una notevole crepa sul soffitto.

  • Giulio II

    Giulio II è una figura di estrema importanza per lo sviluppo decorativo della cappella, come Sisto IV, volle incidere il suo nome nella storia della Sistina, la crepa sul soffitto fu quindi l’occasione per avviare nuovi interventi decorativi, conservativi e di restauro. Il pontefice nei primi anni del ‘500 era impegnato in una difficile campagna militare. Molto probabilmente fu l’architetto fiorentino Giuliano da Sangallo a raccomandare Michelangelo Buonarroti a Giulio II, informandolo delle grandi opere che aveva compiuto a Firenze, ricordiamo che il David fu terminato solo due anni prima dell’elezione di Giulio II.

  • Michelangelo

    Michelangelo, che oltre ad essere uno sculture era anche un esperto pittore, fu chiamato a Roma nel 1505, ed ebbe come primo incarico la costruzione del monumento funerario di Giulio II.

    Il pontefice dimostrava una forte predilezione per Michelangelo, che per la realizzazione del monumento ebbe accesso a numerosi fondi ed anticipi di denaro, ciò suscitava forti invidie e pressioni su Giulio II tese a dissuaderlo nel realizzare l’opera pre-mortem. Quando il maestro rientrò a Roma l’anno successivo, nel 1506, Giulio II non volle riceverlo in udienza, lasciando intendere l’abbandono del progetto.

    Michelangelo insistette per essere ricevuto, ma il Palafreniere gli negò l’accesso, il pittore rispose: «e tu dirai al tuo padrone che se da qui innanzi gradirà vedermi verrà altrove a cercarmi». [1]

    Sentendosi minacciato, «s’i’ stava a Roma penso che fussi fatta prima la sepoltura mia, che quella del papa» [2], fuggì verso Firenze il 18 Aprile, arrivando a Poggibonsi in Toscana. Il Papa inviò «cinque emissari, ma nè minacele nè preghi valsero a farlo retrocedere» [3].

    Solo dopo tre messaggi personali del papa alla signoria di Firenze e le continue pressioni del gonfaloniere Pier Soderini lo convinsero a tentare una riconciliazione. In qualità di Ambasciatore della Signoria, Michelangelo raggiunge il Papa a Bologna dove avvenne la riconciliazione, in quella sede ebbe l’incarico di fondere un ritratto in bronzo per la facciata della chiesa di San Petronio, l’opera venne terminata nel 1508 e sempre nello stesso anno tornò nuovamente alla corte papale.

    Il progetto del monumento funerario a Giulio II fu recuperato solo dopo la sua morte, nel 1513. Il pontefice volle avviare da subito i lavori decorativi della volta della Sistina. Il contratto venne firmato nel 1508.

    Per dipingere la volta della Cappella, alta oltre 20 metri, venne predisposta una particolare impalcatura in legno, ideata dallo stesso Michelangelo. In un secondo momento venne passata una prima mano di intonaco che però ammuffì, solo grazie all’intervento del collaboratore Jacopo l’Indaco il problema venne superato con la creazione di una nuova miscela più resistente all’umidità.

    Il 10 maggio, in seguito alla preparazione dei disegni e dei bozzetti, l’artista avviò la realizzazione degli affreschi, «Ricordo chome oggi questo di dieci di maggio nel mille cinque ciento octo io Michelagniolo schultore orricievuto dalla S. del nostro S. papa Julio sechondo duchati cinque ciento di chamera, e quali mi chontò messer Charlino cameriere e messer Charlo degli Albizzi, per chonto della pictura della volta della Chappella di papa Sisto, per la quale chomincio oggi al lavorare. Chon quelle chonditione e pacti che apariscie per una scricta facta da M. R. di Pavia essocto schricta di mia mano» [4]

    La decorazione venne completata il 13 ottobre del 1512. Michelangelo si oppose all’idea di dipingere solo 12 figure, come fu proposto dal pontefice, in uno scritto datato 1523 il maestro scrive: « […] papa Giulio missemi a dipingere la volta di Sisto, e facemmo e patti tremila ducati. E’l disegno prima di detta opera furono 12 apostoli nelle lunette, e’l resto un certo patimento ripieno d’adornamenti, come si usa […]»

    « […] Dipoi cominciai detta opera, mi parve riuscissi cosa povera, e dissi al papa, come facendovi gli Apostoli soli mi parea che riuscissi cosa povera. Mi domandò perché: io gli dissi, perché furon poveri anche loro. Allora mi dette nuova commessione ch’io facessi ciò che io volevo, e che mi contenterebbe, e che io dipingessi fino alle storie di sotto […] »

    Il programma iconografico prevedeva la rappresentazione di sette profeti e cinque sibille, alle quali si aggiunsero le altre 300 figure. Nelle lunette e nelle vele, sono rappresentate le quaranta generazioni degli antenati di Cristo. La complessa articolazione rispecchia la complessità del programma iconografico, studiato con i consiglieri dottrinari e con teologi della corte pontificia.

    Con molta probabilità Raffaello e Michelangelo lavorarono contemporaneamente, il primo nella sala della Segnatura, il secondo, alla volta della Sistina.

    Quattro mesi dopo la conclusione dei lavori della volta, nel febbraio del 1513, muore di febbre Giulio II, al quale gli successe Leone X. Il nuovo pontefice, al secolo Giovanni di Lorenzo de’Medici, si interessò alla Sistina donando alcuni arazzi, realizzati a Bruxelles su disegno di Raffaello, e raffiguranti le “Storie dei santi Pietro e Paolo”.

    Gli anni del 1522 e del 1523 furono caratterizzati da nuovi danni, tra i quali la caduta dell’architrave, nella quale rimase uccisa una guardia svizzera. I successivi interventi di consolidamento danneggiarono le Storie di Cristo e di Mosè, ridipinte da Van de Broeck e Matteo da Lecce.

    Dieci anni più tardi, nel 1534, papa Clemente VII commissionò a Michelangelo l’ultima grande opera della cappella, Il Giudizio Universale.

    L’affresco fu in gran parte realizzato durante il pontificato di Paolo III, in quanto, il predecessore morì il 25 settembre del 1534, a soli 56 anni e nello stesso anno, Michelangelo, in seguito ad una missiva del pittore Sebastiano del Piombo, fece ritorno a Roma. Paolo III fu un papa sensibile al mondo dell’arte, ed è considerato come uno dei maggiori mecenati del Rinascimento italiano.

    Michelangelo dovette affrontare due principali inconvenienti: la modifica dell’inclinazione della parete, che doveva essere angolata verso l’interno in modo tale da evitare il deposito di polvere durante le fasi di realizzazione. Il secondo era rappresentato dalla presenza degli affreschi del Perugino, dei dipinti dei quattro pontefici a lato delle due finestre, e delle lunette affrescate dallo stesso Michelangelo circa vent’anni prima. Opere che dovevano essere distrutte per far posto all’immenso affresco.

    Un’opera così imponente metteva certamente alla prova il sessantenne maestro, che tuttavia preferì lavorare da solo, scartando anche il tentavo di Sebastiano del Piombo di lavorare ad olio.
    I lavori preparatori, e la costruzione del ponteggio furono molto lunghi, si prolungarono fino all’aprile del 1536, ritardi che furono dovuti soprattutto a causa delle dispute con il del Piombo.

    La modalità di rappresentazione delle figure venne sottoposta a dure critiche da parte dei cardinali, inizialmente Michelangelo dipinge i corpi interamente nudi, suscitando l’opposizione del cardinale Carafa. Michelangelo morì il 18 febbraio del 1564, e circa un mese dopo, il 21 gennaio, il Concilio di Trento dispose con la bolla “Pictura in Cappella Ap.ca coopriantur” la copertura di tutte le parti intime delle figure nel Giudizio.

Bibliografia
  • [1] Sommario Storico delle Celebri famiglie toscane, compilato da Demostene Tribilli – Giuliani Cav. Luigi Passerini, Firenze, Lorenzo Melchiorri Editore, 1855
  • [2] Michelangelo scultore, Umberto Baldini, Rizzoli, 1973
  • [3] cit. in Demostene Tribilli – Giuliani Cav. Luigi Passerini
  • [4] Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, Giorgio Vasari, Volume XII, Firenze, 1856

Foto: www.italnews.info

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Clemente VII –

Clemente VII ebbe un ruolo di primaria importanza nello sviluppo decorativo della Sistina, in quanto commissionò a Michelangelo la decorazione della parete di fondo con il “Giudizio Universale”, opera realizzata con il successore Paolo III.

Venne eletto in seguito ad un conclave che durò per ben 50 giorni, all’età di 47 anni.
Al secolo Giulio di Giuliano de’ Medici, nacque a Firenze nel 1479, fu allevato ed istruito sotto la guida dello zio, Lorenzo il Magnifico, in quanto il padre fu assassinato durante la congiura dei Pazzi.

Dal carattere timido ed indeciso, ma allo stesso tempo un abile e astuto stratega, ebbe un ruolo chiave nel conflitto tra Francesco I e Carlo V, unendosi alla Lega di Cognac contro Carlo.

Una scelta che si rivelò tuttavia sbagliata, Carlo V con 22 mila uomini penetrò in Italia, si trattava di un grande esercito, composto soprattutto da mercenari, tra i quali i lanzichenecchi germanici. L’imperatore non riuscì a tenere sotto controllo l’esercito che lo abbandonò, l’esercito si sparse per la penisola raggiungendo Roma il 6 maggio del 1527, espugnandola, fatto conosciuto come il Sacco di Roma.

Il pontefice si rifugiò a Castel Sant’Angelo per sette mesi e la vicende ebbe un grande eco ed indignazione in tutte le corti europee, lo stesso Carlo V, responsabile dell’accaduto fu criticato dai suoi. Clemente riuscì poi a fuggire ad Orvieto, tornò a Roma solo dopo un anno, quando le acque si calmarono.

A parziale compensazione delle vicende romane, Carlo V si impegnò a ristabilire a Firenze la signoria della famiglia Medici, di cui lo stesso Papa era membro, ma quella che doveva essere una veloce operazione delle truppe imperiali divenne un lungo assedio che si concluse con una sofferta vittoria.

Nel 1529 venne sottoscritto il trattato di pace tra lo Stato della Chiesa e Carlo V, quest’ultimo venne incoronato l’anno successivo, dal papa in persona, Re d’Italia a Bologna; e due giorni dopo, venne nuovamente incoronato come Imperatore del Sacro Romano Impero, si realizzò quindi l’assoggettamento della Santa Sede all’Impero.

Foto: biografieonline.it

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Artisti e Opere Archivi – La Cappella Sistina e i Musei Vaticani

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Informazioni Archivi – La Cappella Sistina e i Musei Vaticani


Visitare la Cappella

Il biglietto ridotto è valido per gli studenti al di sotto dei 26 anni di età presentando, il giorno della visita, una International Student Card o un libretto universitario, e per i ragazzi dai 6 an…


La Cappella Sistina – bibliografia

Cenni Storici [1] Sommario Storico delle Celebri famiglie toscane, compilato da Demostene Tribilli – Giuliani Cav. Luigi Passerini, Firenze, Lorenzo Melchiorri Editore, 1855 [2] Michelangelo sc…

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Discesa dal Monte Sinai –

L’affresco è posto sul registro mediano della cappella.

In alto, al centro del dipinto, si vede Mosè, vestito di una tunica dorata, inginocchiato sul monte Sinai, mentre riceve le Tavole della Legge da Dio, in basso Giosuè dormiente e vestito di con una tunica blu. Il Signore appare in una nube circondato da angeli e proteso verso Mosè nell’atto di consegnare le Tavole.

In basso a sinistra, la scena, raffigura Mosè che con ambo le mani sostiene le Tavole e le mostra al popolo d’Israele, alle spalle sempre Giosuè. In primo piano al centro del dipinto Mosè con il braccio destro sollevato rivolto verso l’altare del vitello d’oro posto alla sinistra.

In secondo piano sulla destra è raffigurata la punizione degli idolatri e la consegna delle nuove tavole.

Foto: it.wikipedia.org

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La Cappella Sistina – bibliografia –

Cenni Storici
  • [1] Sommario Storico delle Celebri famiglie toscane, compilato da Demostene Tribilli – Giuliani Cav. Luigi Passerini, Firenze, Lorenzo Melchiorri Editore, 1855
  • [2] Michelangelo scultore, Umberto Baldini, Rizzoli, 1973
  • [3] cit. in Demostene Tribilli – Giuliani Cav. Luigi Passerini
  • [4] Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, Giorgio Vasari, Volume XII, Firenze, 1856
  • _Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbina, Quatrmere De Quincy, trad. di Francesco Longhenza, Tripografo-Calcografo, Milano, 1829
  • _Il Buonarroti scritti sopra le arti e le lettere, Benvenuto Gasparoni, Tipografia delle Scienze Matematiche e Fisiche, Roma, 1866
  • _Guida metodica di Roma e suoi contorni, Giuseppe Melchiorri, Tipografia Puccinelli, Roma, 1840
  • _ Storia di Papa Pio IX, Maurizio Marocco, Torino, 1856
I Papi
  • [1] La Civiltà Cattolica – Anno DecimononoVol. 1, Roma, 1868
  • [2] Vita e fatti di Innocenzo VIII, M. Francesco Serdonati, Milano, 1829

Foto: michelangelobuonarrotietornato.com

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