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La storia di Cuba

Cuba, la più famosa tra le isole caraibiche è la destinazione perfetta per chi vuol godersi mare cristallino, spiagge bianchissime, una natura rigogliosa ed un’atmosfera unica.
Vivace ed accogliente, l’isola che ha conquistato Ernest Hemingway, in realtà è un arcipelago composto da quasi 4200 isole e isolette (denominate cayos). Se scoprirle tutte sarà impossibile, partire per Cuba, sarà un’avventura semplicemente meravigliosa.

La storia di Cuba

Cuba, abitata da popolazioni amerindie come Taino (agricoltori), Siboney e Guanajatabey (cacciatori-raccoglitori) venne scoperta, e documentata, nell’ottobre 1492 quando Cristoforo Colombo la avvistò e rivendicò il dominio su di essa, per nome della Spagna.

Nel 1511, Sebastián de Ocampo, preparò una mappa molto dettagliata dell’isola e, in contemporanea, Diego Velázquez de Cuéllar fondò il primo insediamento spagnolo a Baracoa, nella parte orientale di Cuba.

Il dominio spagnolo, che tra l’altro portò alla decimazione della popolazione locale, fu molto duro e creò, nella borghesia cubana, una certa insofferenza ed un desiderio di maggiore autonomia che sfociarono, sul finire dell’Ottocento, alle due cosiddette “guerre di’ indipendenza“.

Sebbene Cuba si rese indipendente dalla Spagna nel 1902, presto venne trasformata in una sorta di protettorato degli Stati Uniti. Più volte gli States condizionarono l’operato del Governo locale.

Negli anni ’50 quando Fulgencio Batista salì, con un colpo di stato, al potere, furono vendute, o meglio svendute, a società americane, il 90% delle miniere di nichel e delle proprietà terriere, l’80% dei servizi pubblici, il 50% delle ferrovie e l’isola, sempre più frequentata dai mafiosi americani, venne trasformata nella capitale del gioco d’azzardo e della prostituzione.

Con queste premesse, si gettarono presto le basi per la “Rivoluzione Cubana” che portò al rovesciamento del dittatore Fulgencio Batista per mano del Movimento del 26 di luglio. Tutto, infatti, ebbe inizio il 26 luglio del 1953, con l’assalto alla Caserma Moncada per mano di alcuni ribelli (tra cui i fratelli Castro). Esiliato, l’avvocato Fidel Castro, riorganizzò dal Messico la lotta contro la dittatura insieme ad alcuni volontari, tra cui il medico argentino Ernesto Guevara.

La rivoluzione ebbe inizio con lo sbarco, sull’isola, di 82 persone che dopo aver affrontato l’esercito, riuscirono a raccogliere consenso tra i locali. Si andò a creare così un piccolo esercito popolare deciso ad affrontare quello nazionale. La lotta culminò con la battaglia di Santa Clara, il 30 dicembre del 1958 e con la fuga, a Capodanno, di Fulgencio Batista. L’8 gennaio Fidel Castro e i barbudos poterono entrare all’Avana.

Il nuovo governo cubano entrò subito in contrasto con gli States. Castro avviò una rivoluzione sociale ed economica e decise di intraprendere una riforma agraria che lo portò ad espropriare diversi latifondi e a riunire in cooperative le piccole aziende.

In seguito alla nazionalizzazione dell’industria le imprese americane persero le raffinerie dello zucchero e, nell’aprile 1961, per tutta risposta, il presidente John Fitzgerald Kennedy decise prima di appoggiare uno sbarco armato degli esuli cubani sulle coste della Baia dei Porci e poi di decretare un embargo totale verso Cuba.

L’isola si trovò, di fatto, a dipendere economicamente dall’Unione Sovietica (che ne approfittò installando degli impianti missilistici sul territorio cubano).

L’embargo imposto dagli States bloccò l’economia di Cuba fino ai primi anni del 2000 quando l’isola promosse, con il Venezuela, l’accordo internazionale ALBA (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe).

Il 31 luglio del 2006 Fidel Castro, a causa dei suoi problemi di salute, lasciò il potere al fratello Raul che si fece promotore anche di diverse riforme economiche incentrate sulla liberalizzazione del mercato delle “nuove tecnologie“.

I rapporti tra Usa e Cuba si sono fatti meno freddi e, nel 2014. Barack Obama ha annunciato l’intenzione di porre fine all’embargo e di riaprire delle Ambasciate sull’isola.

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Festival a Cuba

Festival a Cuba

Tra le principali festività nazionali, si ricordano:
  • 1 Gennaio:

    capodanno e Festa della Liberazione

  • 28 Gennaio:

    anniversario della nascita di Josè Monrif

  • In Febbraio, ogni 2 anni:

    Habana International Jazz Festival, all’Avana

  • Le prime due settimane di Febbraio:

    Jornadas de la Cultura Camagueyana

  • 24 Febbraio:

    anniversario della Rivoluzione del 1895

  • 13 Marzo:

    anniversario dell’attacco al Palazzo Presidenziale dell’Avana nel 1957 contro il Dittatore Batista.

  • Pasqua:

    interessanti le Via Crucis che si snoda per le tortuose strade di ciottoli di Trinidad.

  • In Aprile:

    Semana de la Cultura a Baracoa

  • In Aprile:

    Festival di musica elettroacustica a Varadero

  • 17 Aprile:

    anniversario della vittoria della Baia dei Porci nel 1961

  • 1° Maggio,

    Dia Internacional de los Trabajadores, Giornata Internazionale dei Lavoratori.

  • In Maggio:

    Romerìa de Mayo a Holguin.

  • In luglio:

    Jornada Cucalambeana, a Las Tunas; evento rurale dedicato ai mandriani cubani

  • Dal 25 al 27 Luglio:

    celebrazione della Rivolta Nazionale che ricorda anche l’assalto alla prigione Moncada.

  • 30 Luglio:

    Giorno dei Martiri della Rivoluzione

  • Carnevale:

    al termine della “zafra”, la raccolta della canna da zucchero, si svolge tra la seconda quindicina di luglio e metà settembre. Oltre al Carnevale dell’Avana, notevoli sono i festeggiamenti a Cayo Largo, Holguin (con ballerini e concerti all’aperto), Pinar del Rio (con bellissimi carri allegorici) e Santiago de Cuba (considerato uno dei più belli dei Caraibi).

  • A Ottobre:

    Festival della musica contemporanea dell’Avana

  • 8 Ottobre:

    anniversario della morte di Che Guevara

  • 10 Ottobre:

    anniversario dell’inizio della guerra di indipendenza del 1868

  • A Dicembre:

    Festival Internazionale dei film latinoamericani a L’Avana propone un’ampia panoramica sulla produzione di materiale audiovisivo del continente.

  • 25 Dicembre:

    Santo Natale. Da non perdere, una settimana prima, Las Parrandas di Villa Clara con parate, fuochi d’artificio e balli. Sempre in prossimità del Natale, si svolgono le Fiestas Navideñas (Feste della Natività) a Trinidad.

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Cuba quando andare

Cuba quando andare: clima e sanità

Clima:

Cuba è interessata da un clima tropicale, modulato dal soffio degli alisei.

Si possono distinguere:

  • una stagione secca e relativamente fresca, che va da fine novembre fino a metà aprile,
  • una stagione piovosa, piuttosto calda e umida, che va da fine aprile fino all’inizio di novembre.

Luglio ed agosto sono i mesi più caldi, mentre nel periodo che va giugno a novembre non sono rari gli uragani
In virtù della sua forma allungata sull’asse est-ovest e della sua ininfluente differenza di latitudine, Cuba non presenta rilevanti differenze climatiche tra nord e sud.

Cuba è splendida tutto l’anno, ma se la stagione più calda rende difficile godersi pienamente le bellezze dell’isola, l’inverno è incredibilmente piacevole e, cosa non meno importante per chi ama la vita da spiaggia, il mare è caldo tutto l’anno!

Vaccinazioni obbligatorie:

Nessuna.

Situazione sanitaria:

Pur non esistendo malattie endemiche, sono presenti alcune patologie epidemiche, come il dengue e la congiuntivite emorragica. Molto frequenti sono i virus gastrointestinali. Nelle regioni orientali del Paese, ma anche nelle capitale, si sono verificati dei casi di colera.

A marzo 2015, la Farnesina, ha inoltre comunicato che: “le Autorità sanitarie locali hanno dato recentemente notizia di un numero limitato di casi del virus Chikungunya“, trasmesso dalla zanzara “Aedes aegypti” e con una sintomatologia analoga a quella del “dengue“.

I casi sarebbero tutti inerenti a cittadini cubani che hanno di recente visitato Haiti e Repubblica Dominicana. Le Autorità sanitarie locali hanno comunque già comunicato di aver rafforzato le misure di vigilanza e controllo, soprattutto nei confronti dei viaggiatori provenienti dai Paesi a maggior rischio”.


E’ sempre consigliabile:

  • bere acqua imbottigliata senza l’aggiunta di ghiaccio;
  • fare uso dell’acqua corrente solo se preventivamente bollita;
  • utilizzare repellenti ed abiti che coprano il corpo per non esporsi alle punture di insetti e zanzare.

Il livello delle strutture sanitarie è, salvo qualche eccezione nella Capitale, al di sotto dei normali standard europei. Come sottolinea la Farnesina, “le strutture ospedaliere presentano precarie condizioni igienico-sanitarie e risultano spesso prive di materiale sanitario e di medicinali. Si consiglia, pertanto. di munirsi di una scorta di medicinali di prima necessità e di quelli di pronto soccorso soprattutto se si intende viaggiare fuori della capitale e delle principali località turistiche“.

Inoltre, “le spese ospedaliere e mediche, secondo la gravità dei casi, sono molto elevate, devono essere pagate in valuta e l’Ambasciata, ai termini di legge, non può anticiparle, né sostenerle per conto dei connazionali. Le amministrazioni degli ospedali richiedono allo straniero la liquidazione puntuale di tutte le spese sostenute per autorizzarne la dimissione; il mancato pagamento può determinare il diniego al rimpatrio da parte delle Autorità locali“.

A decorrere dal 1 maggio 2010 tutti i viaggiatori, al momento dell’ingresso nel Paese, devono obbligatoriamente essere titolari di una polizza assicurativa che copra anche le eventuali spese mediche che si andranno a sostenere durante il soggiorno. Per conoscere le compagnie riconosciute è possibile consultare l’elenco compagnie pubblicato sul sito www.asistur.cu

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Cuba Archivi – I Love Cuba

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Trinidad Cuba

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Pinar del Río Archivi – I Love Cuba

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Cayo Levisa

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Cosa vedere a Pinar del Río Cuba

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Trinidad Cuba a Sancti Spíritus

Trinidad Cuba a Sancti Spíritus

Sancti Spíritus, suddivisa in 8 comuni è considerata la provincia della “buena suerte“.
L’omonimo capoluogo, situato nella parte orientale, è una città di stampo coloniale molto carina, ma decisamente sottovalutata. Nonostante il buon patrimonio culturale è spesso tagliata fuori dagli itinerari turistici.
La città, una delle sette villas originarie volute da Diego Velázquez, è stata fondata nel 1514 e più volte ha subito terribili incursioni corsare.

Considerata la patria della camicia Guayabera e della guayaba (guava, frutto tropicale), Sancti Spíritus può vantare un curioso ponte storico a quattro campate che sembra “rubato” alle campagne inglesi; stiamo parlando del Puente Yayabo, edificato nel 1815 dagli spagnoli e dichiarato monumento nazionale.

A due passi dal ponte, sorge il Teatro Principal, circondato da suggestive e bianchissime strade acciottolate (tra le più interessanti: Calle Llano, Calle Guairo e Calle San Miguel).

Su Plaza Honorato (tristemente nota per aver fatto da teatro a numerose impiccagioni pubbliche) si affaccia la chiesa principale, l’Iglesia Parroquial Mayor del Espíritu Santo, edificata nel 1522 e ricostruita un secolo più tardi. Altra chiesa importante, ma bisognosa di un restauro, è l’Iglesia de Nuestra Señora de la Caridad.

Tra i musei della cittadina si ricordano:

  • Museo Provincial:

    Racconta, attraverso una bella collezione (porcellane, manufatti e cimeli rivoluzionari), la storia della provincia.

  • Museo Casa Natal de Serafín Sánchez:

    Dedicato al patriota locale che combatté entrambe le guerre di indipendenza, prima di morire, sul campo, nel 1896.

  • Museo de Ciencias Naturales:

    Ospitato in una bella casa coloniale nei pressi di Parque Serafín Sánchez è un museo dedicato alle scienze della natura un po’ fuori dall’ordinario. Ospita un terrificante coccodrillo imbalsamato.

  • Museo de Arte Colonial:

    Recentemente restaurato, custodisce un’interessante collezione di arredi e decorazioni del XIX secolo.

La grande attrattiva della Provincia è rappresentata da Trinidad, considerata “la città museo di Cuba“. Fondata nel 1514 da Diego Velázquez de Cuélla, e dichiarata Sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è una delle città meglio conservate dell’area caraibica.

Nel centro storico di Trinidad, il tempo sembra essersi fermato al 1850 e non è raro incontrare, passeggiando per le stradine di ciottoli, guajiros (gente di campagna) su muli. Purtroppo, non mancano neppure i fastidiosi jineteros.

Tra i tesori della città, merita menzione il Museo Histórico Municipal, ospitato in un pregevole edificio (appartenuto al dottor Justo Cantero, non proprio integerrimo proprietario di vaste piantagioni di canna da zucchero), a due passi da Plaza Mayor. Ospita ricchissimi e pregevolissimi arredi e, soprattutto, regala una splendida vista su Trinidad.

Non lontano dal Museo Histórico Municipal è possibile visitare il grandioso Palacio Brunet (iniziato nel 1740) con il suo Museo Romántico che raccoglie mobili del XIX secolo e una collezione di porcellane d’epoca.
Un altro splendido edificio (nato dall’unione di due palazzi settecenteschi) fa da cornice, nei pressi Plaza Mayor, al Museo de Arquitectura Trinitaria, dedicato all’architettura nobiliare tra il 18° ed il 19° secolo.

Interessante è anche il Museo Nacional de la Lucha Contra Bandidos, ospitato nell’ ex convento di San Francesco d’Assisi (Echerri n. 59). Raccoglie cartine geografiche, documenti, armi e altri reperti che riportano alla lotta contro le varie bande controrivoluzionarie. Tra i pezzi forti del museo c’è la fusoliera di un aereo spia U-2 americano.

In Rubén Martínez Villena n. 59 tra Simón Bolívar e Piro Guinart si può vivere un’esperienza particolare visitando la Casa Templo de Santería Yemayá; presidiata da sacerdoti, santeros, vanta un suggestivo altare dedicato a Yemayá, la dea del mare e permette di avvicinarsi alla spiritualità della Regla de Ocha (religione di origine africana molto praticata sull’Isola).

Tra gli edifici religiosi, meritano una visita l’Iglesia Parroquial de la Santísima Trinidad, con la settecentesca e veneratissima immagine del Cristo della Vera Croce, e l’ Iglesia de Santa Ana, completata da un campanile con il tetto a cupola.

Considerando che Trinidad è famosa per le sue ceramiche, non si può lasciarla senza visitare la piccola fabbrica in Andrés Berro n. 51, tra Pepito Tey e Abel Santamaría (Taller Alfarero).

Ad una ventina di km di Trinidad s’incontra una delle perle balneari cubane: Playa Ancón. Forse meno sviluppata di alcuni centri della costa settentrionale, la spiaggia di Ancón è un piccolo paradiso tropicale e non per niente viene definita “la spiaggia più bella della costa meridionale cubana“: sabbia bianchissima punteggiata da pini ed acqua cristallina sonoil suo inconfondibile biglietto da visita. Piccolo neo: in alcuni mesi dell’anno, al tramonto, è presa d’assalto da fastidiosi pappataci.

Il tratto conosciuto come Maria Anguilar è perfetto per chi vuole scoprire il mondo sottomarino.
La natura, anche nella provincia di Sancti Spíritus dà il meglio di sé; gli amanti delle escursioni non resisteranno al fascino della frastagliata Sierra del Escambray e dei suoi panorami mozzafiato.

Sulle colline che nel 1958 ospitarono anche il Che (e più di un gruppo di rivoluzionari) si sviluppa il parco di Topes de Collantes (che riunisce il Parque Altiplano, il Parque Codina, il Parque Guanayara e il Parque el Cubano) caratterizzato da una fittissima vegetazione, cascate e da un interessante patrimonio faunistico (che vede protagonisti pappagalli multicolori e il Tocororo, l’uccello nazionale).

Spostandosi verso valle s’incontra l’ex sanatorio per i malati di tubercolosi, trasformato in un centro benessere e, a due passi, il Museo de Arte Cubano Contemporáneo con una settantina di opere realizzate da artisti cubani.

La zona, famosa da secoli per le sue coltivazioni caffè, ospita anche la Casa Museo del Café (dove è possibile visitare la Cristal Mountain, il museo locale) e percorrere il Jardín de Variedades del Café che porta alla scoperta di ben 25 diverse varietà di piante di caffè.
A due passi c’è Plaza de las Memorias con tre casette di legno che raccontano la storia di questo territorio.

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Riserve naturali Cuba Pinar del Rio

Riserve naturali a Cuba Pinar del Rio

A Cuba Pinar del Rio ospita  una riserva della biosfera tutelata dall’UNESCO: il Parque Nacional Península de Guanahacabibes, una stretta lingua di terra a circa 90 km a sud-ovest dal capoluogo.
La Penisula è tutta un susseguirsi di ambienti naturali: macchie arbustive, si alternano a paludi di mangrovie, rocce coralline e pianori sabbiosi.

Il patrimonio floro-faunistico è inestimabile: 700 specie di piante (e almeno 15 varietà diverse di orchidea), più di 170 specie di uccelli, 18 specie di mammiferi, 35 di rettili, 20 di anfibi e circa 85 specie di farfalle. Inoltre, alcune tartarughe di mare, come la verde e la caretta, sono solite deporre le loro uova in questo tratto di costa.

Infine, il Parque Nacional Península de Guanahacabibes, fa da cornice a numerosi siti archeologici che, con ogni probabilità, sono legati all’antica popolazione dei guanahatabey.

Nella Sierra del Rosario, sulla Cordillera de Guaniguanico, merita di essere scoperta la lussureggiante area naturale di Soroa. Soprannominata “l’arcobaleno di Cuba” è interessata da intense, e frequenti, precipitazioni che favoriscono la crescita e lo sviluppo di alberi ad alto fusto e orchidee.

Anche qui le principali attrazioni sono di carattere naturale. Sul versante della collina, in un suggestivo giardino terrazzato, si sviluppa l’Orquideario Soroa, realizzato sul finire degli anni ’40 dall’avvocato spagnolo Tomás Felipe Camacho. Per amore della moglie e della figlia creò una straordinaria collezione di orchidee (la più importante di Cuba) provenienti da ogni angolo del globo. Oggi dell’Orquideario si prende cura una sezione dell’Università di Pinar del Río.

Proprio sopra Orquideario svetta il romantico Castillo de las Nubes che regala una straordinaria vista sull’intera vallata.

Percorrendo un suggestivo sentiero (denominato El Brujito) abbarbicato sulla collina si giunge al villaggio di La Rosita un’affascinante ecocomunità pionieristica fondata nel 1997.
Infine, prima di lasciare Soroa non si può non vedere il Salto del Arco Iris, una suggestiva cascata sull’Arroyo Manantiales, alta ben 22 metri.

Percorrendo la bucolica strada costiera, si può raggiungere la cittadina di Bahía Honda (che, dal punto di vista amministrativo rientrerebbe nella provincia di Artemisa). Tranquilla ed immersa in una natura rigogliosa e selvaggia.

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Camagüey

Camagüey è la provincia più grande e più pianeggiante di Cuba. Suddivisa in 13 comuni, ospita circa 780.000 abitanti e presenta tratti distintivi particolari. Già in epoca coloniale, infatti, preferì l’allevamento alla coltivazione di canna da zucchero e pochi schiavi, dunque, giunsero fin qui.

Le sue potenzialità turistiche sarebbero anche alte, ma purtroppo, salvo rare eccezioni, non si è ancora avuto un adeguato sviluppo infrastrutturale.

Il capoluogo, Camagüey, sorge a metà strada tra Ciego de Ávila e Las Tunas ed è la terza città cubana; fondata, con il nome di Santa María del Puerto de Príncipe nel 1514, in passato, dovette far i conti con incursioni piratesche (tra cui quelle del mitico Henry Morgan) e, nel corso dei secoli, assunse una struttura urbana davvero insolita e si configurò come un dedalo di vicoli stretti e tortuosi.

Oggi, la “città dei tinajones” (otri di terracotta che servivano a raccogliere l’acqua piovana e rappresentavano un valido aiuto nei periodi di siccità), è una città vivace e cosmopolita, ma anche cattolicissima, che vanta un bellissimo centro ben conservato e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Tra i tesori della città natale del Poeta Nazionale Nicolás Guillén si ricordano:

  • Plaza San Juan de Dios:

    è uno degli angoli più pittoreschi e curati della città. Su di essa si affacciano diversi edifici ben conservati dalle facciate rosa, gialle ed azzurre.

  • Plaza del Carmen:

    è una delle piazze principali ed è dominata dall’incantevole Iglesia de Nuestra Señora del Carmen. Recentemente riqualificata con nuovi lampioni e notevoli sculture, è uno dei punti d’aggregazione prediletti dei camagüeyanos.

  • Museo Provincial Ignacio Agramonte:

    Dedicato all’eroe della guerra d’indipendenza, è ospitato in un bel edificio ottocentesco, un tempo adibito a caserma della cavalleria spagnola; ospita un’interessante collezione di dipinti cubani. In Av Agramonte n. 459 è possibile visitare il Museo Casa Natal de Ignacio Agramo, con una mostra dedicata al ruolo di Camagüey e Agramonte nella prima guerra d’indipendenza cubana. A Ignacio Agramonte è dedicata anche una piazza, all’angolo tra Martí e Independencia.

  • Necropolis de Camagüey:

    Luogo di sepoltura di Ignacio Agramonte e di altre personalità, ospita diverse tombe neogotiche.

  • Casa de Arte Jover:

    A due passi da Plaza Agramonte non è solo la bellissima abitazione di due grandi artisti cubani (Joel Jover e sua moglie Ileana Sánchez), ma è anche la loro galleria d’arte.

  • Casa Finlay:

    Il dottor Carlos J. Finlay è uno dei grandi eroi di Camagüey: studiò infatti, la patogenesi della febbre gialla; questo piccolo museo vuole rendere omaggio alla sua attività ed al suo impegno umanitario.

  • Museo de San Juan de Dios:

    Ospitato nei locali del pregevole ex ospedale voluto da Padre José Olallo (primo santo di Cuba) è dedicato al patrimonio storico – culturale di Camagüey.

  • Palacio de los Matrimonios:

    Grandioso palazzo in stile coloniale e art déco che fa da romantica cornice ai voti matrimoniali dei locali.

  • Mercado Agropecuario Hatibonico:

    è uno dei mercati più interessanti di Cuba; si sviluppa sulla sponda del Río Hatibonico. Con gli immancabili “pregones” (richiami) degli ambulanti, ospita diversi herberos (gli erboristi, che offrono anche pozioni ed elisir).

  • Casino Campestre:

    Dopo il ponte Río Hatibonico, provenendo dalla parte vecchia della città s’incontra il principale parco della sua città ed il più esteso di Cuba: ospita addirittura una stadio di baseball!

  • Galería el Colonial:

    Centro commerciale all’angolo tra Av Agramonte e República è ospitato in un bellissimo edificio coloniale rosa.

A nord-est di Camagüey s’incontra un angolo di paradiso tropicale caratterizzato da sabbia chiara ed acque turchesi: stiamo parlando di Playa Santa Lucía che, con i suoi 20 km di estensione, si contende con Varadero, il primato di spiaggia più lunga del Paese. Ospitando uno dei banchi di corallo più suggestivi dell’isola è frequenta dagli appassionati di immersioni.

Alla fine di Playa Santa Lucia, s’estende, a forma di mezza luna, Playa los Cocos: un litorale color crema bagnato da acque turchesi. Intorno alle spiagge, le attrattive si riducono a una riserva di fenicotteri.

Lungo la strada che collega Camagüey a Playa Santa Lucía, s’incontra una piacevole città portuale ed industriale: Nuevitas. Se si decide di farvi tappa, si può visitare il Museo Histórico Municipal; la sua collezione non è nulla di straordinario, ma dà l’accesso ad una scalinata che regala panorami mozzafiato. Tra i litorali della Bahía de Nuevita, meritano la Playa Cuatro Vientos e le isolette Los Tres Ballenatos.

Se si vuole godere di spiagge da sogno incorniciate da una natura incontaminata, però vale la pena spostarsi 20 km più a nord e raggiungere Cayo Sabinal. Selvaggia e splendida ospita spiagge da sogno (Playa Bonita e Playa los Pinos, su tutte), un forte (Fuerte San Hilario) e l’ottocentesco Faro Colón (uno dei più antichi fari funzionati di Cuba).

35 km a sud-est di Camagüey, s’incontra l’area protetta della Sierra del Chorrillo, nota non solo per i suoi percorsi di trekking, ma anche per la ospitare La Hacienda la Belén, organizzata come riserva naturale (è infatti riserva ornitologica, famosa per ospitare il parrocchetto di Cuba).

A due passi da La Hacienda si sviluppa un’affascinante ed antichissima foresta pietrificata.

Tra le città della provincia, va ricordata ce n’è una che si chi chiama Florida, a circa 45 km da Camagüey: non lasciatevi ingannare dal nome evocativo. Si tratta di un centro urbano operario con tanti zuccherifici, ma zero attrattive.

A sud di Camagüey troviamo un angolo ancora incontaminato di Cuba: l’arcipelago denominato Jardines de la Reina (battezzato così da Colombo, in onore della Regina di Spagna), composto da 250 isolotti corallini nel Mar dei Caraibi: in buona parte disabitati sono un vero paradiso per gli amanti della natura, della pesca (era frequentato anche da Fidel Castro) e del diving.

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Cosa vedere a Pinar del Río Cuba

Cosa vedere a Pinar del Río Cuba

Due le grotte che meritano di essere visitate:
Cueva del Indio Suggestiva ed antica dimora indigena scoperta nel 1920.
Cueva de San Miguel Piccola, ma interessante, “apre” la Valle de San Vicente.

A ovest di Viñales si incontra El Moncada, un pionieristico insediamento postrivoluzionario di operai e, soprattutto, la grandiosa Gran Caverna de Santo Tomás, il più grande, e suggestivo, sistema di grotte cubano (il secondo del continente americano). Disposto su ben 8 livelli si sviluppa su ben 46 km. Seppur non dotata di luce artificiale, la Gran Caverna de San Tomás – che ospita stalattiti, formazioni rocciose, pipistrelli e pitture rupestri – è accessibile per circa 1 km, ma non è proprio una passeggiata: bisogna fare i conti con rocce scivolose e salite scoscese. La grotta è completata da un piccolo museo che ospita alcuni oggetti personali appartenuti allo scienziato cubano Antonio Núñez Jiménez.

Sempre nei dintorni, sorge El Memorial “Los Malagones” con il mausoleo e la fontana commemorativa dedicati alla prima milizia rurale di Cuba (composta da 12 uomini) passata alla storia per essere riuscita, nel 1959, ad individuare ed eliminare una banda di controrivoluzionari nascosti sulle vicine montagne.

Una delle perle della provincia di Pinar del Río è Las Terrazas (a circa 50 km dal capoluogo e a 60 km dall’Avana), un villaggio rurale eco sostenibile (con diversi laboratori di legno, ceramica ed atelier); edificato nel 1968 – nell’ambito di un ambizioso progetto di riforestazione – sulle pendici delle montagne della Sierra del Rosario, oggi, Las Terrazas, è un “paradiso verde da 5.000 ettari” divenuto parte della Riserva della Biosfera tutelata dall’UNESCO. E’ la meta perfetta per gli amanti delle escursioni (offre la possibilità di svolgere un avventuroso canopy tour) e del birdwatching.

Nei pressi del villaggio, risalendo la collina, è possibile visitare Peña de Polo Montañez, piccola casa museo appartenuta al cantante guajiro Montañez (considerato uno dei più raffinati cantanti folk cubani) e diverse piantagioni di caffè.

Cafetal Buenavista: Ossia la più antica piantagione di caffè cubana restaurata. Fondata nel 1801 da francesi in fuga da Haiti, è caratterizzata da una maestosa tajona (macina), da diversi essiccatoi e dalle rovine delle antiche abitazioni destinate agli schiavi. L’antica casa padronale, invece, è stata trasformata in un ristorante.

Hacienda Unión: Ricostruita parzialmente secondo il gusto country è stata completata da un ristorante circondato da un grandioso giardino fiorito.
San Pedro e Santa CatalinaCafetales ottocenteschi ormai in rovina, ma inseriti in un pregevole contesto naturale.

Ad una cinquantina di km dal capoluogo, al confine tra la Sierra de los Organos e la Sierra del Rosario, sorge la cittadina termale di San Diego de los Banos. Leggenda narra che un giovane schiavo nero, nella prima metà del Seicento, immergendosi nelle sua fonte guarì dalla lebbra.

Le terme, il Balneario San Diego, sono frequentate tutt’oggi dai locali e da qualche turista straniero. Qui, ci si può immergere in acque sulfuree, ricchissime di calcio, magnesio, bicarbonato, silicio e fluoro.

Ad una decina di km dalla cittadina termale si può scoprire un luogo tanto suggestivo quanto surreale: le Cabañas Los Pinos, un rifugio di montagna, ormai abbandonato, composto da bungalow rialzati ed utilizzato da Celia Sánchez, segretaria di Fidel Castro, negli anni ’60.

Non lontano da San Diego, si può scoprire l’affascinante Cueva de los Portales. Dichiarata monumento nazionale nel 1987, la grotta venne scoperta nel 1800 da un esploratore spagnolo.

Nel 1962, durante la crisi dei missili, Ernesto “Che” Guevara decise di trasferire il quartier generale del suo esercito proprio in questa scenografica grotta posta tra ripidi mogotes, a circa 10 km a ovest del Parque La Güira (un susseguirsi di aree boscose e rocce carsiche argillose, habitat incontaminato di numerose specie di uccelli) ed a 15 km a nord di Entronque de Herradura, sulla Carretera Central. Oggi la grotta, con stalagmiti e stalattiti, ospita un piccolo, ma interessante museo all’aperto con diversi oggetti del Che (tra cui il suo celebre tavolo del gioco degli scacchi).

Non lontano s’incontrano altre tre grotte che meritano una visita: El Espejo, El Salvador e Cueva Oscura.

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Granma

Granma

La provincia di Granma, 840.000 abitanti suddivisi in 13 comuni, un tempo si cambiava Provincia Oriental. Il nuovo nome deriva dalla celebre nave Granma, che approdò qui con 82 rivoluzionari guidati da Fidel Castro. E, sebbene ne sia passata di acqua sotto i ponti da allora, l’intera provincia vibra di un’energia unica: lo spirito rivoluzionario, così come il senso di appartenenza e di identità nazionale qui sono più vivi che mai. Forse anche perché in questo angolo di Cuba Carlos, nacque Perucho Figueredo (autore dell’inno nazionale), morì l’eroe nazionale José Martí e Manuel de Céspedes decise, nel 1868, di liberare i suoi schiavi e di proclamare l’indipendenza del Paese.

Granma, nonostante il suo grande passato, non è una provincia particolarmente turistica: deve, infatti, fare i conti con un sistema stradale insufficiente ed obsoleto. La giungla, fittissima, poi non facilità certo le comunicazioni ed i trasporti. Se si vuole guardare il lato positivo della situazione, possiamo dire che chi giunge qui, trova la Cuba più vera ed autentica.

Capoluogo della provincia di Granma è Bayamo, fondata nel novembre 1513 (e dunque più antica della capitale).

Per decenni la città fu teatro di rivolte ed agitazioni indigeni che andarono a scemare con l’inarrestabile decimazione dei i taínos. Alla fine del XVI secolo, Bayamo era una città ben organizzata e ricca grazie alla coltivazione della canna da zucchero, all’allevamento e a qualche traffico illecito.

E da questa città semplice e senza tempo – soprannominata ciudad de los coches (città dei carretti) – che è partita la lotta per l’indipendenza cubana. E sebbene i locali non se ne vantino, ne sono orgogliosi.

In Maceo n. 55 si può visitare il Museo Provincial che racconta la storia della città. Accanto al museo è possibile visitare la Casa Natal de Carlos Manuel de Céspedes (da tutti considerato padre della patria), unica architetturale coloniale a due piani presente in città.
In Céspedes n. 158 si può, invece, visitare la Casa de Estrada Palma di primo presidente della Cuba indipendente; oggi è sede dell’UNEACO (Unión Nacional de Escritores y Artistas de Cuba).

Tra le piazze più amate, ed ombreggiate, della città si ricorda Parque Céspedes (noto anche come Plaza de la Revolución). Altra piazza importante è Plaza de la Patria, passata alla storia per aver ospitato, nel 2006, l’ultimo discorso pubblico di Fidel Castro.
Calle General García, o Paseo Bayamés, è invece la via principale della città. Riqualificata on murales e lampioni dalla forma di alberi e tubi dipinti, ospita due piccoli musei: il Museo de Cera e il Museo de Arqueología.

Interessante è anche il Museo Ñico López, ospitato nell’ex circolo ufficiali della caserma militare Carlos Manuel de Céspedes.

Infine, merita una visita la settecentesca Iglesia Parroquial Mayor de San Salvador; ricostruita nel 1919 presenta un bel dipinto murale raffigurante la benedizione della bandiera cubana di fronte all’esercito rivoluzionario il 20 ottobre 1868. Sul piazzale di fronte alla chiesa, Plaza del Himno Nacional, venne intonato, per la prima volta, l’inno nazionale.

Appena fuori dalla città si può scoprire la Fabrica de los Coches (unico stabilimento artigianale del Paese) e comprendere le fasi di lavorazione di un coche (ossia il carro tirato da cavalli, utilizzato moltissimo ancora oggi).

A circa 20 km dal centro città si può visitare il Jardín Botánico de Cupaynicu (nei pressi della strada per Guisa). Il giardino, si estende su più di 100 ettari e ospita una settantina di specie diverse di palma e un interessante settore dedicato alle piante officinali più rare.
40 km a nord ovest di Bayamo troviamo un piccolo paradiso per gli amanti della pesca a mosca: la Laguna de Leonero.

A circa 50 km a nord est del capoluogo, invece, sul Río Cauto, si può vedere il semplice obelisco bianco che ricorda dove José Martí cadde in battaglia il 19 maggio 1895.

Altra importante città della provincia di Granma è Manzanillo, città costiera non particolarmente appariscente, ma dall’atmosfera gioiosa. Fondata nel 1784, è oggi nota per i suoi organetti a manovella e per una consolidata tradizione musicale. Raggiungere questa città con i trasporti pubblici può essere molto complicato. E, una volta arrivati non è neppure semplice trovare una buona struttura ricettiva. Insomma, è una destinazione adatta ai più avventurosi.

Chi ci giunge, però, può visitare il suggestivo Parque Céspedes, la piazza centrale, con la glorieta (gazebo per l’orchestra), un’imitazione del Patio de los Leones nell’Alhambra di Granada. La parte orientale del parco è occupato dal solito Museo Histórico Municipal e dalla Iglesia de la Purisma Concepción che ospita un pala d’altare rivestita d’oro.

Simbolo della città è il Monumento a Celia Sánchez, una suggestiva scalinata con mattonelle di terracotta e murales in ceramica, dedicata alla collaboratrice di Castro.

A 15 km da Manzanillo, un museo (Museo Histórico la Demajagua) documenta la liberazione degli schiavi del 10 ottobre 1868 da parte di Carlos Manuel de Céspedes.

La parte sud-occidentale della provincia di Granma è occupata dalla città portuale di Niquero. Sede di uno dei pochi zuccherifici ancora in attività, il Roberto Ramírez Delgado, è una città molto tranquilla con poche attrattive (di cui è l’immancabile museo cittadino) e poche strutture ricettive. Perché raggiungerla, allora? E’ una buona base di partenza per chi vuole scoprire lo straordinario ed incontaminato, Parque Nacional Desembarco del Granma.

La porta di entrata al Parco è Las Coloradas, piccola cittadina di mare che rappresenta l’arrivo di un particolare percorso escursionistico che parte da Alegria del Pio, un luogo storico ricordato come il punto in cui, nel 1956, gli uomini di Batista fermarono i ribelli di Castro (appena sbarcati dal Granma) e li obbligarono alla fuga.

Appena entrati nel parco, invece, si può visitare il Museo las Colorados che vuole ricordare, anche con una riproduzione a grandezza naturale del Granma, lo sbarco di Castro.

Il parco, d’importanza naturalistica e storica (è da molti considerato il santuario della rivoluzione) si sviluppa per ben 275 kmq e vede protagonisti foreste incredibilmente fitte, scogliere incontaminate e un paesaggio carsico (frutto del sollevamento sopra il livello del mare di antichi reef corallini). Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999 presenta una vegetazione ed una fauna ricca e variegata.

Inoltre, percorrendo il suggestivo Sendero Arqueológico Natural El Guafe si potranno scoprire, caverna dopo caverna, il famoso ĺdolo del Agua e tantissime specie di orchidee e farfalle.

Un paio di km dopo il termine del Sendero, s’incontra la Comunidad Cabo Cruz, villaggio di pescatori con un bel faro ottocentesco (oggi proprietà militare) e incantevoli spiaggette perfette per il nuoto e le immersioni.

Appena fuori il Parque Nacional Desembarco del Granma s’incontra la piccola città costiera di Pilón che, negli ultimi 15 anni ha dovuto fare i conti con diversi problemi (la chiusura dei zuccherifici, l’uragano Dennis e il taglio di numerosi collegamenti) che l’hanno impoverita e tagliata fuori dal mondo.

Poco dopo Pilón s’incontra la tranquilla, e isolata, località turistico-balneare di Marea del Portillo, con la sua spiaggia color grigio chiaro ed il suo azzurrissimo Mar dei Caraibi. Molto amata dai canadesi è molto penalizzata da un sistema stradale fatiscente.

Da Marea del Portillo si può accedere alle montagne del Gran Parque Nacional Sierra Maestra, suggestiva ed incontaminata cornice della guerriglia di Castro. Il parco, che in alcuni tratti si fa incredibilmente selvaggio ed aspro, ospita anche il Pico Turquino, la più alta vetta cubana e una straordinaria varietà di uccelli.

In cima al frastagliato crinale caratterizzato da una fittissima foresta si può visitare il Comandancia de la Plata, l’inaccessibile quartier generale dei ribelli con i suoi edifici in legno. Da vedere la Casa de Fidel (con ben 7 vie di fuga), la stazione Radio Rebelde, la “zona-ospedale” e il piccolo museo.

Nei pressi del Río Yara si sviluppa il piccolo, ma suggestivo villaggio di Santo Domingo, splendido esempio della Cuba rurale più autentica. Dopo il villaggio, e un lungo cammino, si può godere di una straordinaria vista panoramica dall’Alto del Naranjo. Dal belvedere partono anche i sentieri escursionistici per raggiungere La Plata e il Pico Turquino.

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