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Boulder’s beach: pinguini del capo

BOULDER’S BEACH: PINGUINI DEL CAPO

Una delle principali attrazioni di Simon’s Town è la celebre Boulders Beach, situata pochi chilometri a sud dell’abitato. Si tratta di una delle spiagge più popolari della Penisola e dal 1985 ospita una colonia di pinguini africani. È un fatto notevole che i pinguini si siano stabiliti qui spontaneamente in un momento storico in cui la spiaggia era già frequentata dagli esseri umani.
La spiaggia prende il nome da alcuni “macigni” (boulder) di granito e appartiene all’area del Parco nazionale di Table Mountain.

Il pinguino del Capo o pinguino africano o pinguino dai piedi neri (Spheniscus demersus Linnaeus, 1758) è un pinguino diffuso inSudafrica e su alcune isole della Namibia.
La sua lunghezza può raggiungere i 68-70 cm ed il suo peso è 2,9 chilogrammi circa.

Il dorso dello Spheniscus demersus è di colore grigio-nero scuro mentre il ventre, il petto ed il collo sono bianchi. Una sorta di banda nera scende dal petto fino alle zampe dell’animale. Sopra l’occhio ha una macchia rosa. Ha zampe palmate, e come tutti i pinguini non sa volare. Mutano le penne durante il periodo di muta, fra Ottobre e Novembre. In questo periodo non possono entrare in acqua in quanto non hanno la protezione delle piume impermeabili. Per questo si sovraalimentano nel periodo prima della muta!

Hanno delle ghiandole del sale sulla testa, che permettono ai pinguini di limitare l’eccesso di sale che ingeriscono tramite i pesci che mangiano e l’acquia salata che bevono. Il sale e’ espulsto attraverso le narici!!

Nuotano a circa 20km/h quando sono a caccia e solitamente cacciano in gruppo. È soprannominato “pinguino asino” per il verso simile a quello del quadrupede.Si nutre soprattutto di gamberetti che si trovano nel mare detti “krillin“.

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Parco Nazionale della Table Mountain

PARCO NAZIONALE DELLA TABLE MOUNTAIN

Il parco è stato istituito come Parco Nazionale del Sudafrica il 29 maggio 1998 con il nome di Cape Peninsula National Parc (CPNP) a seguito di una negoziazione fra il South African National Parks e le autorità pubbliche interessate dall’area del parco.

Dal 2004 il parco è entrato a far parte, insieme ad altri sette siti del Sudafrica, dei beni dell’umanità protetti dall’Unesco con il nome di Area protetta della Regine Florale del Capo (Cape Floral Region Protected Areas). Il parco si sviluppa interamente nei confini del Municipio metropolitano di Città del Capo. Esso copre una lunghezza di circa 60 km in direzione nord-sud interessando l’area montagnosa che forma la Penisola del Capo da Signal Hill a Cape Point.

Il territorio del parco non è un unico spazio contiguo, le zone montane, che rappresentano la maggior parte del territorio, sono separati da aree urbane sviluppate. Pertanto, il parco è diviso in tre sezioni terrene distinte, più una quarta sezione costituita dall’area marina protetta.

Sezione Table Mountain:

Costituisce la parte settentrionale del parco. Si estende da Signal Hill a nord al passo di Constantia Nek e Hout Bay a sud, a ovest è delimitato dall’Atlantico, mentre a est il limite è costituito dalla strada a scorrimento veloce M3 fino a Newlands e poi dalla M63 fino a Hout Bay.

Fanno parte di quest’area: La già menzionata collina di Signal Hill e il Lion’s Head che costituiscono la cornice occidentale di Città del Capo, la Table Mountain con il Devil’s Peak, i Twelve Apostles (Dodici Apostoli) (una serie di diciassette picchi lungo la costa atlantica a sud di Camps Bay), Orange Kloof (una speciale zona protetta non accessibile al pubblico) e il picco di Karbonkelberg nella parte sud-occidentale a sud di Llandudno tra Sandy Bay e Hout Bay. Vi si trovano inoltre le foreste di Cecilia e di Newlands.

Il Giardino botanico nazionale di Kirstenbosch non fa ufficialmente parte del parco nazionale, anche se una parte di esso e’ mantenuto come parte del parco.
Fra i punti di interesse di questa sezione del parco meritano una citazione il Memoriale di Rhodes nella parte a nord sotto il Devil’s Peack e la cabinovia di Table Mountain presso il Kloof Nek alla periferia sud-ovest del City Bowl di Città del Capo.

Sezione Silvermine-Tokai

Costituisce la parte centrale del parco. Si estende sulla zona centrale della Penisola del Capo dalla costa ovest a quella est e dal passo di Constantia Nek a nord alle zone umide di Noordhoek e Kommetjie a sud. Ne fanno parte i monti di Constantiaberg nella parte nord, il Chapman’s Peak a ovest,Kalk Bay e Fish Hoek a est sulla False Bay.

Sulla parte orientale delle pendici dei monti di Constantiaberg si trova la foresta di pini di Tokai, mentre nella zona a sud est verso la False Bay vi si trova la riserva naturale di Silvermine.

Sezione Cape Point

Costituisce la sezione meridionale del parco. Si estenda sulla parte terminale della penisola del Capo dalle zone umide di Noordhoek/Kommetjie al Capo di Buona Speranza. Questa parte del parco coincide quasi interamente con la zona della precedente Cape of Good Hope Nature Reserve che copriva i circa 7.700 ettari della penisola che vanno da Schuster’s Bay sulla costa ovest a Smitswinkel Bay sulla costa est.

Oltre a questa ne fanno parte la Slangkop Mountain a nord ovest e le colline di Swartkopberg (Montagne del Capo Nero) a nord est lungo la costa della False Bay tra Simon’s Town e Smitswinkel Bay.

I principali punti di interesse di questa sezione sono

Il villaggio di conservazione di Scarborough sulla costa ovest, la spiaggia di Boulders Beach con la colonia di pinguini africani e naturalmente i promontori di Capo Point e Capo di Buona Speranza.

Sezione Area marina protetta

L’Area marina protetta inclusa nel parco ha una superficie totale di circa 10.000 ettari ed è costituita da sei zone a regime ristretto ed una zona a regime controllato. In tutte queste zone è vietata la pesca.

Fauna

I vari habitat che compongono il parco ospitano una notevole varietà di fauna.
Purtroppo nessuno dei grandi mammiferi, che pure popolavano questa area, come il leone, il leopardo e la iena, è sopravvissuto alla caccia ed al degrado ambientale. Tuttavia grazie ad un attento programma di allevamento molte specie sono state conservate.

Fra i grandi erbivori vi si trovano l’eland (Taurotragus oryx), mentre nella sezione meridionale si possono trovare l’alcelafo (Alcelaphus buselaphus), il Bontebok (Damaliscus Dorcas Dorcas) e la Zebra di montagna del Capo (Equus zebra zebra).

Altri mammiferi sono il caracal (Felis caracal), la genetta tigrina e la Genetta comune, l’istrice del Sudafrica (Hystrix africaeaustralis), la procavia capensis, il babbuino nero (Papio ursinus), la lontra dalle guance bianche (Aonyx capensis), la mangusta acquatica (Atilax paludinosus), la talpa del Capo (Georhycus capensis), la puzzola striata (Ictonyx striatus), il batiergo marittimo (Bathyergus suillus), la Galerella pulverulenta e la volpe del Capo (Vulpes Chama).

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Tour Voyager South Africa

Tour Voyager South Africa

Città del Capo, Mpumalanga, Parco Kruger

KM Percorsi 1.295; Voli interni; 1 Guida locale parlante italiano; Pasti incluci Tutte le prime colazioni, 3 pranzi e 5 cene; Partenze garantite Minimo 2, massimo 36 partecipanti; Stay Connected Connessione wi fi gratuita in tutti gli hotel previsti durante l’itinerario

8 giorni/ 7 notti

  • Programma di Viaggio

    1° giorno – Città del Capo

    Arrivo a Città del Capo e trasferimento in hotel. Incontro con la guida parlante italiano per il benvenuto e resto della giornata a disposizione.
    Trattamento: cena.

    2° giorno – Città del Capo-Penisola del Capo (km 150)

    Intera giornata dedicata alla visita del Capo di Buona Speranza. Sosta ad Hout Bay ed escursione in battello per l’isola Duiker, abitata dalla più grande colonia di otarie del Sudafrica. Si raggiunge poi la Riserva Naturale del Capo di Buona Speranza, dove si trovano varie specie di flora e fauna.

    Visita del Capo e proseguimento per False Bay. Dopo pranzo, sosta a Boulders Beach per osservare la numerosa colonia di pinguini “jackass”. Proseguimento per i giardini botanici di Kirstenbosch, con circa 6.000 specie di flora indigena. Rientro in serata in hotel.
    Trattamento: prima colazione e pranzo.

    3° giorno – Città del Capo

    Giornata a disposizione per interessanti visite ed escursioni facoltative da organizzare direttamente in loco nella più completa libertà. Trattamento: prima colazione.

    4° giorno – Città del Capo-Johannesburg-Mpumalanga (km 370)

    Trasferimento in aeroporto ed imbarco sul volo diretto a Johannesburg. All’arrivo, incontro con la guida di lingua italiana e partenza per la regione di Mpumalanga. Arrivo nel pomeriggio ad Hazyview, sistemazione in hotel.
    Trattamento: prima colazione e cena.

    5° giorno – Mpumalanga (km 200)

    Giornata dedicata alla scoperta della suggestiva Panorama Route. Il Blyde River Canyon, gola lunga 26 km e scavato nella pietra arenaria della parte settentrionale dei monti Drakensberg, è una delle meraviglie del paese.

    Seguono Bourke’s Luck Potholes, cavità circolari formate dall’erosione del fiume Blyde e God’s Window, dallo scenario mozzafiato. Trattamento: prima colazione e cena.

    6° giorno – Mpumalanga-“Elephant Whispers”-Concessione Privata Parco Kruger (km 135)

    Trasferimento verso le rive del fiume Sabie per un primo contatto con la fauna selvatica, dove all’interno di un’area protetta è prevista un’ora di avvicinamento ed interazione con gli elefanti di “Elephant Whispers”. Proseguimento successivo all’interno del Parco Kruger con fotosafari pomeridiano a bordo di fuoristrada scoperti, accompagnati da esperti ranger di lingua inglese oltre alla guida locale parlante italiano. Sosta nel bush per un aperitivo al tramonto. Il safari si protrarrà fin dopo l’imbrunire. Trattamento: pensione completa.

    7° giorno – Concessione Privata Parco Kruger

    Di primo mattino safari all’interno del Parco Kruger a bordo di fuoristrada alla ricerca dei celebri Big 5: leone, bufalo, elefante, leopardo e rinoceronte.

    Questi animali sono definiti ‘Big 5’ perchè, nei tempi in cui il safari si svolgeva prettamente per battute di caccia, erano i più pericolosi e ambiti da rintracciare. Rientro al lodge e tempo a disposizione per rilassarsi; nel tardo pomeriggio partenza per un ulteriore fotosafari all’interno del Parco con rientro al lodge dopo il tramonto.Trattamento: pensione completa.

    8° giorno – Parco Kruger-Johannesburg (km 440)

    Ultimo safari all’alba e prima colazione. Partenza alla volta dell’aeroporto di Johannesburg. Trattamento: prima colazione.

  • Tour Voyager South Africa

    Viaggidea Only

    • Città del Capo

      upgrading gratuito in camera Mountain View, dal 1 maggio al 31 agosto, soggetto a disponibilità all’arrivo in hotel

    • Hazyview

      Elephant Whispers, un’ora trascorsa a contatto con gli elefanti, con spiegazioni e accompagnati da guide esperte

    • Parco Kruger

      sistemazione nella Concessione Privata di Shishangeni situata all’interno del Parco Kruger

    • Star gazing

      sessione di approfondimento, con esperti ranger, delle costellazioni del cielo australe a Shishangeni

    SPOSI

    Per le coppie in viaggio di nozze:

    • Città del Capo, piatto con delizie assortite dello chef in camera
    • Hazyview, cesto di frutta in camera
    • Parco Kruger, preparazione romantica della camera, bottiglia di spumante sudafricano e frutta fresca in camera, voucher di Rand 50 a persona per un full body massage di coppia
    STAY CONNECTED

    Connessione wi fi gratuita in tutti gli hotel previsti durante l’itinerario

    SPECIALE VIP

    Possibilità di effettuare il trasferimento dal Parco Kruger a Johannesburg in volo € 199 per persona (tasse escluse).
    Il prezzo include anche il trasferimento privato via terra da Shishangeni all’aeroporto di Nelspruit.

    Alberghi previsti

    Località
    Hotel
    Città del Capo Taj
    Hazyview (Mpumalanga) Perry’s Bridge
    Parco Kruger Shishangeni Lodge
    Gli alberghi previsti potranno essere sostituiti con altri di pari categoria.

da € 1.595

NB:Attenzione: le informazioni riportate nel catalogo potrebbero subire variazioni.
Eventuali modifiche e/o aggiornamenti saranno forniti dall’Agenzia in fase di prenotazione.
*La quota in tripla con 3 adulti prevede la sistemazione in doppia più singola ad Hazyview.
Supplemento obbligatorio: la camera doppia con 2 letti separati prevede un supplemento di € 75 per persona, la partenza del 27 Dicembre prevede un supplemento di € 152 per persona.
Quota volo intercontinentale: a partire da € 782 (€ 1.056 nei periodi di alta stagione) per persona, tasse aeroportuali incluse.
Tasse aeroportuali volo interno: a partire da € 90 per persona.
Le partenze del 3, 10, 17 Novembre, 16 Febbraio e 8 Marzo prevedono il pernottamento presso Casterbridge nella provincia del Mpumalanga, al posto di Perry’s Bridge.
Organizzazione tecnica Viaggidea

In sintesi

  • SPOSI
  • Per le coppie in viaggio di nozze
  • STAY CONNECTED
  • Connessione wi fi gratuita in tutti gli hotel previsti durante l’itinerario
  • SPECIALE VIP
  • trasferimento dal Parco Kruger a Johannesburg in volo

Hotel

  • Taj
  • Perry’s Bridge
  • Shishangeni Lodge

Calendario

  • Nov – 3, 10, 17, 24
  • Dic – 1, 8, 15, 23, 27
  • Gen – 5, 12, 19, 26
  • Feb – 2, 9, 16, 23
  • Mar – 1, 8, 15, 22, 29
  • Apr – 5, 12, 19, 26
  • Mag – 3, 10, 17, 24, 31
  • Giu – 7, 14, 21, 28
  • Lug – 5, 12, 19, 26
  • Ago – 2, 9, 16, 23, 30
  • Set – 6, 13, 20, 27
  • Ott – 4, 11, 18, 25

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Sudafrica per tutti – Partenze Garantite – I Love Sud Africa, Guida e Viaggi

  • Itinerario

    1° giorno: Italia-Johannesburg

    Partenza con volo di linea per Johannesburg. Pasti e pernottamento a bordo.

    2°giorno: Johannesburg-Pretoria-Mpumalanga

    All’arrivo incontro con la guida parlante italiano e partenza per Pretoria per una breve visita della “città delle Jacarande” per via degli alberi di Jacaranda che costeggiano le vie della città, regalando fiori color malva durante il periodo estivo. Pretoria è un’elegante e tranquilla città, in perfetto contrasto con Johannesburg, situata a solo mezzora di distanza. Si visiterà il centro, Church Square ed il complesso architettonico degli Union Buildings. Pranzo in un ristorante locale e partenza per Dullstroom in Mpumalanga. Si tratta di un piccolo ed affascinante borgo situato sulla Panoramic Route, a metà strada tra Johannesburg ed il Kruger National Park, che offre paesaggi mozzafiato,
    tra limpidi torrenti e laghi. All’arrivo sistemazione in albergo, cena e pernottamento.

    3° giorno: Mpumalanga-Riserva Privata Kapama

    Prima colazione e trasferimento alla Riserva Privata Kapama che copre una superficie di 13.000 ettari di bush incontaminato in una zona rinomata per i Big Five e per il livello dei safari fotografici. Pranzo al lodge e tempo a disposizione per un pò di relax. Nel pomeriggio si effetua un primo fotosafari accompagnati da un esperto ranger per scoprire le meraviglie del bush africano e per un incontro davvero unico con i suoi maestosi abitanti. Rientro al lodge per la cena ed il pernottamento.

    4° giorno: Riserva Privata Kapama

    Di buon mattino si parte per un nuovo fotosafari. Rientro al lodge per la prima colazione e resto della mattinata a disposizione per un pò di relax. Pranzo e nel pomeriggio nuovo fotosafari sempre accompagnati da esperti ranger. Cena al lodge e pernottamento.

    5° giorno: Riserva Privata Kapama-Hazyview

    Di buon mattino partenza per un ultimo fotosafari nel meraviglioso bush africano sempre accompagnati da un esperto ranger. Rientro al lodge per la prima colazione e proseguimento del viaggio per la famosa “Panorama Route”. Tra le maggiori attrazioni di questa zona del Sudafrica, vi sono il Blyde River Canyon, il terzo canyon al mondo per grandezza, il ‘God’s Window’, punto panoramico da cui si gode di una meravigliosa vista sul Lowveld con i suoi canyon, le cascate e le formazioni rocciose. Pranzo in un ristorante locale e sistemazione in albergo. Tempo a disposizione e cena in albergo. Pernottamento.

    6° giorno: Hazyview-Johannesburg-Cape Town

    Prima colazione in albergo. In tempo utile trasferimento all’aeroporto di Johannesburg. Durante il percorso si effettuerà il pranzo in un ristorante locale. Arrivo all’aeroporto e partenza con volo di linea per Cape Town. Arrivo, incontro con la guida e trasferimento in albergo. Tempo a disposizione e pernottamento in albergo.

    7° giorno: Cape Town

    Prima colazione in albergo. Partenza verso sud fino a Hout Bay, per una minicrociera a Seal Island, l’isola delle foche e proseguimento per la visita della Penisola del Capo di Buona Speranza, un lembo di terra che separa idealmente le fredde acque dell’Oceano Atlantico da quelle più miti dell’Oceano Indiano. Visita a Cape Point dove è possibile raggiungere la sommità della collina con la funicolare per ammirare il panorama. Si raggiunge poi la storica base navale di Simon’s Town dove è possibile avvistare la simpatica colonia di pinguini che popola Boulders Beach. Pranzo in un ristorante locale. Rientro a Cape Town via Muizenberg e visita del giardino botanico nazionale di Kirstenbosch. Il giardino si estende su una superficie di 560 ettari ed ospita circa 4000 specie di piante autoctone. Rientro in albergo e tempo a disposizione. Cena e pernottamento in albergo.

    8° giorno: Cape Town

    Prima colazione in albergo. La mattinata è dedicata alla visita del Museo del Sudafrica, dello storico e pittoresco quartiere Malese e dell’animato porto. Si avrà poi la possibilità di vedere il famoso castello di Cape Town, la più antica costruzione della città. Prima di raggiugere Signal Hill, si visiterà il Green Market Square, il mercato delle pulci. La giornata prosegue poi con la visita della famosa località di Sea Point e con la risalita sulla Table Mountain (se le condizioni atmosferiche lo permetteranno). Si raggiunge poi Constantia Winelands Valley, famosa per la produzione di vini con pranzo presso la Groot Constantia Wine Estate, la più antica tenuta vinicola in Sud Africa, situata sulle pendici della Table Mountain. Qui potrete effettuare una degustazione di vini locali. Rientro in albergo, tempo a disposizione e pernottamento.

    9° giorno: Cape Town- Italia

    Prima colazione in albergo. In tempo utile trasferimento in aeroporto e partenza per l’Italia con volo di linea. Pasti e pernottamento a bordo.

    10° giorno: Italia

    Arrivo in Italia e fine dei servizi

  • Partenze

    • Aprile: 3 – 10 – 17 – 24
    • Maggio: 1 – 8 – 15 – 22 – 29
    • Giugno: 5 – 12 – 19 – 26
    • Luglio: 3 – 10 – 17 – 24 – 31
    • Agosto: 7 – 14 – 21 – 28
    • Settembre: 4 – 11 – 18 – 25
    • Ottobre: 2 – 9 – 16 – 23 – 30

    La quota comprende

    • voli di linea in classe economica;
    • sistemazione in camera doppia con servizi privati negli alberghi menzionati o similari;
    • 7 prime colazioni,
    • 7 pranzi e 5 cene;
    • atività di safari nella riserva privata;
    • tutti i trasferimenti e le visite menzionate nel programma con guida parlante italiano (ad esclusione dei safari che vengono effettuati con ranger esperti parlante inglese).

    Quota non comprende

    • bevande
    • mance
    • extra di carattere personale
    • tasse aeroportuali e maggiorazione YQ/YR volato di linea e tutto quanto non espressamente menzionato in “le quote includono”

    Hotel Selezionati o Similari

    • Mpumalanga: Walkersons Country Hotel & Spa (luxury Suites);
    • Riserva Privata: Kapama River Lodge (camera standard);
    • Hazyview: Sabi River
    • Sun o similare; Cape Town: 15 on Orange (camera standard)
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Un po’ di video del SudAfrica – I Love Sud Africa, Guida e Viaggi

mercoledì, 25 ottobre 2017

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Curiosità Archivi – I Love Sud Africa, Guida e Viaggi

In passato era anche nota col nome di Acacia giraffae (“acacia delle giraffe“), traduzione del nome comune camel-thorn (kameeldoring in afrikaans) in uso già dal XVIII secolo. Questo nome…

Uno degli animali più belli che si possano incontrare in Africa! Non vi piace?? È impossibile non innamorarsene. Lui cosi possente e unico. Il rinoceronte nero (Diceros bicornis) prende il nome da du…

Lo struzzo (Struthio camelus LINNAEUS, 1758) è una specie di uccello della famiglia Struthionidae. E’ il più grande tra i pennuti viventi, ma è incapace di volare. Il nome scientifico dello struzzo (…

Le strisce della zebra servono a mimetizzarsi agli occhi dei tafani e delle mosche cavalline, dato che un mantello con di questo disegno attira molto meno di uno uniforme questi insetti ematofagi che…

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Acacia Erioloba

In passato era anche nota col nome di Acacia giraffae (“acacia delle giraffe“), traduzione del nome comune camel-thorn (kameeldoring in afrikaans) in uso già dal XVIII secolo.

Questo nome si riferisce al fatto che le foglie di A. erioloba sono un cibo molto apprezzato dalle giraffe, che sono anche gli unici erbivori abbastanza alti da raggiungere agevolmente la corona dell’albero.

L’A. erioloba è adattata agli ambienti aridi e sabbiosi; la si trova in gran parte della Namibia (incluso il deserto del Namib) e nel Kalahari.

Gli alberi di A. erioloba possono essere alti fino a 17 metri; crescono molto lentamente, ma sono estremamente resistenti alla siccità e al gelo. Il tronco è rosso-marrone all’interno, giallo all’esterno e molto duro. Le foglie sono più grandi di quelle della maggior parte delle altre acacie, e hanno un colore fra il verde e l’azzurro; è un albero deciduo, ma rimane spoglio solo per un breve periodo dell’anno.

I rami più giovani sono di colore più chiaro, e hanno una caratteristica forma a zig-zag, con una coppia di spine bianche di circa 5 cm in corrispondenza di ogni gomito.

I fiori, sferici e di un colore giallo intenso, ricordano quelli della mimosa. I frutti (che maturano da dicembre ad aprile) sono baccelli con una caratteristica forma a mezzaluna. Un singolo albero può produrre fino a 500 kg di frutti all’anno.

L’A. erioloba è ben adattata agli ambienti aridi dell’Africa meridionale, e le sue radici possono penetrare nel terreno fino a profondità notevoli (nel deserto del Namib è stato registrato il caso di un esemplare con radici di 46 m).

Le foglie di A. erioloba sono uno dei principali elementi della dieta delle giraffe dell’Africa meridionale. I frutti sono mangiati da numerosi erbivori e, quando cadono al suolo, sono apprezzati anche dai roditori. Agitati, producono il rumore di un sonaglio, e sono uno strumento musicale tradizionale del popolo San (boscimani).

Il legno è molto resistente, durissimo da tagliare, ma è un ottimo combustibile; anche per questo motivo in molte aree questa pianta è protetta dalla legge.

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Lo Struzzo

Lo struzzo (Struthio camelus LINNAEUS, 1758) è una specie di uccello della famiglia Struthionidae.
E’ il più grande tra i pennuti viventi, ma è incapace di volare.

Il nome scientifico dello struzzo (Struthio camelus) contiene un accostamento che era già stato fatto dagli antichi, quello fra l’uccello ed il cammello, nel quale si specchia una delle caratteristiche fondamentali della specie: anche lo struzzo, infatti, è un vero e proprio prodotto del deserto e delle steppe e possiede una struttura e delle proprietà esattamente rispondenti alle esigenze poste dall’ambiente entro il quale si trova a vivere.

Ha un corpo molto robusto, il collo lungo e in gran parte nudo, la testa piccola e piatta, il becco dritto, ottuso, poco arrotondato nella parte anteriore e piatto in punta; le mascelle sono pieghevoli e si spalancano in uno squarcio che giunge fin sotto l’occhio, ed all’incirca alla metà di quella superiore si aprono le narici, divaricate e piuttosto lunghe.

Gli occhi sono lunghi e lucenti, con la palpebra superiore provvista di ciglia, le orecchie sono nude, aperte, rivestite internamente di produzioni filiformi, le zampe alte e robuste, del tutto nude, a parte alcune setole che spuntano sulle cosce. I tarsi sono coperti da larghe squame e le zampe hanno due dita, l’interno fornito di un’unghia grande, larga e ottusa.

Ancorché grandi, le ali sono del tutto inutili per il volo. Sono rivestite, invece che delle normali remiganti, di piume lunghe, flosce e pendenti che si ritrovano identiche nell’abbondante coda. Il resto del corpo è coperto da un piumaggio floscio ed arricciato che, nel mezzo del petto, lascia scoperta una callosità di consistenza cornea.

Di grandissima mole, lo struzzo ha un’altezza non inferiore ai due metri e mezzo, ed una lunghezza, dalla punta del becco alla fine della coda, di almeno un metro e ottanta: il suo peso raggiunge i 150 kg.

Quanto al colore, in generale esso si differenzia tra i due sessi. Il maschio ha tutte le piume del tronco di color nero-carbone, quelle della coda e dell’ala bianche, il collo rosso-vivo e le cosce carnicine; le femmine sono grigio-brune e bianco-sporche sulle ali e sulla coda e ripetono la colorazione dei compagni negli occhi bruni e nel becco giallo-corneo.

Lo struzzo è il più veloce uccello corridore: può raggiungere una velocità di 80 km/h, tuttavia in condizioni eccezionali si sono rilevati picchi di oltre 100 km/h

Lo struzzo è fornito di soltanto 2 dita che sotto hanno cuscinetti che impediscono al pesante pennuto di affondare nella sabbia!

Curiosissima è la loro tendenza, sviluppata soprattutto in cattività, a beccare ed inghiottire tutto ciò che trovano, anche le cose più dure ed indigeste: un pezzo di mattone, un coccio, un sasso, un pezzo di ferro, tutto attira la loro attenzione e viene ingurgitato all’istante come se fosse un boccone prelibato.

Nel ventriglio di un individuo ucciso furono trovati oggetti svariatissimi per un peso di oltre quattro chilogrammi: si trattava di sabbia, stoppa e stracci mescolati con pezzi di ferro, monete, chiavi, chiodi, bottoni ed altre delle più disparate sostanze. In cattività, poi, bisogna badare a non farli accostare alle covate e ai piccoli uccelli: può capitare che essi facciano sparire con la massima disinvoltura un’intera covata di pulcini o di anatroccoli, inghiottendoli tranquillamente.

E in Namibia…sono stati anche ritrovati DIAMANTI nello stomaco dello struzzo!

Il periodo della riproduzione incomincia più o meno presto a seconda delle regioni, ma, comunque, sempre poco prima della primavera. Per i maschi quest’epoca si annuncia con l’accrescersi dell’eccitazione nel comportamento e con lo spuntare della tendenza a battagliare aspramente per assicurarsi il possesso di alcune femmine; il loro piumaggio appare vivacemente nero, la pelle delle cosce rossa; e dall’ugola escono suoni strani, cupi e rauchi mentre essi assumono atteggiamenti singolari, destinati a colpire l’attenzione delle compagne ed a corteggiarle. Il maschio si accoccola sui tarsi dinanzi alla femmina, muove la testa ed il collo, chiude il becco e, con movimenti quasi convulsi ma volontari di tutto il corpo, gonfia straordinariamente la gola e spinge fuori dai polmoni una gran quantità d’aria.

Molte notizie inesatte si sono conservate lungamente intorno alle abitudini dell’uccello quanto al suo processo di propagazione, probabilmente causate dalla difficoltà che si incontra nello scoprire i nidi, sempre attentamente nascosti, e nel seguire il comportamento del maschio e delle femmine. Sappiamo comunque che questi nidi consistono in una buca rotonda fatta nel terreno, larga quanto basta perché l’uccello covante possa completamente ricoprirla, e circondata da una specie di argine che viene costruito ammonticchiando con i piedi una certa quantità di terra. La femmina depone un buon numero di uova, e poiché le compagne dello stesso maschio provvedono a questa bisogna usufruendo dello stesso nido, se ne possono trovare a volte anche più di venti.

All’incubazione si dedica praticamente solo il maschio: le compagne non lo sostituiscono che eccezionalmente, e sovente le uova, soprattutto durante le ore più calde del giorno, vengono ricoperte di sabbia ed abbandonate perché il loro processo di sviluppo si compia per effetto del calore naturale.

I piccini sgusciano dopo circa sei o sette settimane e, appena sono asciutti, vengono condotti fuori del nido in cerca di alimento; hanno un aspetto molto singolare, che li avvicina più a dei ricci che a degli uccelli, poiché il loro corpo è ricoperto di piume rigide, simili appunto agli aculei dei ricci, che allontanandosi dal corpo vanno divergendo in tutte le direzioni.

Simpatici ed amabili, corrono con abilità fin dalla nascita, e sono in grado di cercare con successo il cibo seguendo gli insegnamenti dei genitori; dopo circa quattordici giorni hanno preso una tale confidenza con l’ambiente e sanno destreggiarsi tanto bene da potersi considerare del tutto indipendenti.

LEGGENDA

Ad un osservatore inesperto può sembrare che lo struzzo metta la testa sotto la sabbia, ma in realtà si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una grossa roccia e, se il predatore si avvicina troppo, scappa a grandi falcate riuscendo a raggiungere i 70 km/h.

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Righe Zebre

Le strisce della zebra servono a mimetizzarsi agli occhi dei tafani e delle mosche cavalline, dato che un mantello con di questo disegno attira molto meno di uno uniforme questi insetti ematofagi che, diffusi in tutta l’Africa, hanno un impatto considerevole sulla salute degli animali.

E’ la conclusione a cui è giunta una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori della Eötvös University a Budapest e dell’Università di Lund, in Svezia, che ne riferiscono in un articolo publicato sul ” Journal of Experimental Biology“.

Il caratteristico mantello delle zebre ha suscitato molte speculazioni sulla sua funzione e sul perché della sua evoluzione, dall’idea che potesse rendere meno identificabili animali nell’erba alta della savana all’ipotesi che fornisse un contributo alla termoregolazione. Tuttavia, tutte queste ipotesi mancavano di evidenze sperimentali in grado di suffragarle.

In quest’ultimo studio, i ricercatori sono partiti dal fatto che i tafani sono attratti dalla luce polarizzata orizzontalmente, perché sono polarizzati così i riflessi dall’acqua degli stagni dove questi insetti possono accoppiarsi e deporre le uova. Le femmine dei tafani, ematofaghe, sono attirate anche dalla luce polarizzata linearmente che viene riflessa da molti tipi di manto o dalla pelle delle loro “vittime”.

Nel corso di una sperimentazione condotta in un allevamento di cavalli nei pressi di Budapest infestato da questi insetti ematofagi, i ricercatori hanno proceduto ad allestire sagome di cavallo cosparse di una sostanza collosa per controllare la capacità di attrarre i parassiti dei diversi tipi di mantello, includendovi anche mantelli a strisce, suddivisi in funzione della densità, dell’angolazione delle bande e della direzione di polarizzazione della luce riflessa che determinavano. L’ipotesi di partenza era che la capacità di attrazione variasse da un massimo per i manti nero e marrone, che polarizza la luce orizzontalmente, a un minimo di quello bianco.

E’ risultato invece che la pezzatura a strisce era quella meno attraente per i tafani e che gli schemi a strisce erano tanto meno attraenti quanto più le strisce diventavano strette. Evidentemente, osservano i ricercatori, il mescolamento di tipi di polarizzazione diversa provocato da questo disegno distrugge il fascino esercitato sugli insetti dalle polarizzazioni “pure”.

Quando poi sono state misurate la larghezza delle strisce e la polarizzazione della luce riflessa da vere pelli di zebra, si è scoperto che il disegno della zebra mostrava una buona correlazione con i disegni meno attraenti per i tafani.

“Possiamo concludere che le zebre hanno sviluppato un modello di manto in cui le strisce sono sufficientemente strette per garantire la minima attrattività possibile per tafani e altre mosche cavalline“, scrivono gli autori, aggiungendo che l’evoluzione di questo manto è stato verosimilmente una risposta adattativa a un ambiente, quale quello delle savane africane, in cui la presenza di questi ditteri è particolarmente elevata.

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