Categories
ilovesudafrica.it

Curiosità Archivi – I Love Sud Africa, Guida e Viaggi

In passato era anche nota col nome di Acacia giraffae (“acacia delle giraffe“), traduzione del nome comune camel-thorn (kameeldoring in afrikaans) in uso già dal XVIII secolo. Questo nome…

Uno degli animali più belli che si possano incontrare in Africa! Non vi piace?? È impossibile non innamorarsene. Lui cosi possente e unico. Il rinoceronte nero (Diceros bicornis) prende il nome da du…

Lo struzzo (Struthio camelus LINNAEUS, 1758) è una specie di uccello della famiglia Struthionidae. E’ il più grande tra i pennuti viventi, ma è incapace di volare. Il nome scientifico dello struzzo (…

Le strisce della zebra servono a mimetizzarsi agli occhi dei tafani e delle mosche cavalline, dato che un mantello con di questo disegno attira molto meno di uno uniforme questi insetti ematofagi che…

Categories
ilovesudafrica.it

Acacia Erioloba

In passato era anche nota col nome di Acacia giraffae (“acacia delle giraffe“), traduzione del nome comune camel-thorn (kameeldoring in afrikaans) in uso già dal XVIII secolo.

Questo nome si riferisce al fatto che le foglie di A. erioloba sono un cibo molto apprezzato dalle giraffe, che sono anche gli unici erbivori abbastanza alti da raggiungere agevolmente la corona dell’albero.

L’A. erioloba è adattata agli ambienti aridi e sabbiosi; la si trova in gran parte della Namibia (incluso il deserto del Namib) e nel Kalahari.

Gli alberi di A. erioloba possono essere alti fino a 17 metri; crescono molto lentamente, ma sono estremamente resistenti alla siccità e al gelo. Il tronco è rosso-marrone all’interno, giallo all’esterno e molto duro. Le foglie sono più grandi di quelle della maggior parte delle altre acacie, e hanno un colore fra il verde e l’azzurro; è un albero deciduo, ma rimane spoglio solo per un breve periodo dell’anno.

I rami più giovani sono di colore più chiaro, e hanno una caratteristica forma a zig-zag, con una coppia di spine bianche di circa 5 cm in corrispondenza di ogni gomito.

I fiori, sferici e di un colore giallo intenso, ricordano quelli della mimosa. I frutti (che maturano da dicembre ad aprile) sono baccelli con una caratteristica forma a mezzaluna. Un singolo albero può produrre fino a 500 kg di frutti all’anno.

L’A. erioloba è ben adattata agli ambienti aridi dell’Africa meridionale, e le sue radici possono penetrare nel terreno fino a profondità notevoli (nel deserto del Namib è stato registrato il caso di un esemplare con radici di 46 m).

Le foglie di A. erioloba sono uno dei principali elementi della dieta delle giraffe dell’Africa meridionale. I frutti sono mangiati da numerosi erbivori e, quando cadono al suolo, sono apprezzati anche dai roditori. Agitati, producono il rumore di un sonaglio, e sono uno strumento musicale tradizionale del popolo San (boscimani).

Il legno è molto resistente, durissimo da tagliare, ma è un ottimo combustibile; anche per questo motivo in molte aree questa pianta è protetta dalla legge.

Categories
ilovesudafrica.it

Lo Struzzo

Lo struzzo (Struthio camelus LINNAEUS, 1758) è una specie di uccello della famiglia Struthionidae.
E’ il più grande tra i pennuti viventi, ma è incapace di volare.

Il nome scientifico dello struzzo (Struthio camelus) contiene un accostamento che era già stato fatto dagli antichi, quello fra l’uccello ed il cammello, nel quale si specchia una delle caratteristiche fondamentali della specie: anche lo struzzo, infatti, è un vero e proprio prodotto del deserto e delle steppe e possiede una struttura e delle proprietà esattamente rispondenti alle esigenze poste dall’ambiente entro il quale si trova a vivere.

Ha un corpo molto robusto, il collo lungo e in gran parte nudo, la testa piccola e piatta, il becco dritto, ottuso, poco arrotondato nella parte anteriore e piatto in punta; le mascelle sono pieghevoli e si spalancano in uno squarcio che giunge fin sotto l’occhio, ed all’incirca alla metà di quella superiore si aprono le narici, divaricate e piuttosto lunghe.

Gli occhi sono lunghi e lucenti, con la palpebra superiore provvista di ciglia, le orecchie sono nude, aperte, rivestite internamente di produzioni filiformi, le zampe alte e robuste, del tutto nude, a parte alcune setole che spuntano sulle cosce. I tarsi sono coperti da larghe squame e le zampe hanno due dita, l’interno fornito di un’unghia grande, larga e ottusa.

Ancorché grandi, le ali sono del tutto inutili per il volo. Sono rivestite, invece che delle normali remiganti, di piume lunghe, flosce e pendenti che si ritrovano identiche nell’abbondante coda. Il resto del corpo è coperto da un piumaggio floscio ed arricciato che, nel mezzo del petto, lascia scoperta una callosità di consistenza cornea.

Di grandissima mole, lo struzzo ha un’altezza non inferiore ai due metri e mezzo, ed una lunghezza, dalla punta del becco alla fine della coda, di almeno un metro e ottanta: il suo peso raggiunge i 150 kg.

Quanto al colore, in generale esso si differenzia tra i due sessi. Il maschio ha tutte le piume del tronco di color nero-carbone, quelle della coda e dell’ala bianche, il collo rosso-vivo e le cosce carnicine; le femmine sono grigio-brune e bianco-sporche sulle ali e sulla coda e ripetono la colorazione dei compagni negli occhi bruni e nel becco giallo-corneo.

Lo struzzo è il più veloce uccello corridore: può raggiungere una velocità di 80 km/h, tuttavia in condizioni eccezionali si sono rilevati picchi di oltre 100 km/h

Lo struzzo è fornito di soltanto 2 dita che sotto hanno cuscinetti che impediscono al pesante pennuto di affondare nella sabbia!

Curiosissima è la loro tendenza, sviluppata soprattutto in cattività, a beccare ed inghiottire tutto ciò che trovano, anche le cose più dure ed indigeste: un pezzo di mattone, un coccio, un sasso, un pezzo di ferro, tutto attira la loro attenzione e viene ingurgitato all’istante come se fosse un boccone prelibato.

Nel ventriglio di un individuo ucciso furono trovati oggetti svariatissimi per un peso di oltre quattro chilogrammi: si trattava di sabbia, stoppa e stracci mescolati con pezzi di ferro, monete, chiavi, chiodi, bottoni ed altre delle più disparate sostanze. In cattività, poi, bisogna badare a non farli accostare alle covate e ai piccoli uccelli: può capitare che essi facciano sparire con la massima disinvoltura un’intera covata di pulcini o di anatroccoli, inghiottendoli tranquillamente.

E in Namibia…sono stati anche ritrovati DIAMANTI nello stomaco dello struzzo!

Il periodo della riproduzione incomincia più o meno presto a seconda delle regioni, ma, comunque, sempre poco prima della primavera. Per i maschi quest’epoca si annuncia con l’accrescersi dell’eccitazione nel comportamento e con lo spuntare della tendenza a battagliare aspramente per assicurarsi il possesso di alcune femmine; il loro piumaggio appare vivacemente nero, la pelle delle cosce rossa; e dall’ugola escono suoni strani, cupi e rauchi mentre essi assumono atteggiamenti singolari, destinati a colpire l’attenzione delle compagne ed a corteggiarle. Il maschio si accoccola sui tarsi dinanzi alla femmina, muove la testa ed il collo, chiude il becco e, con movimenti quasi convulsi ma volontari di tutto il corpo, gonfia straordinariamente la gola e spinge fuori dai polmoni una gran quantità d’aria.

Molte notizie inesatte si sono conservate lungamente intorno alle abitudini dell’uccello quanto al suo processo di propagazione, probabilmente causate dalla difficoltà che si incontra nello scoprire i nidi, sempre attentamente nascosti, e nel seguire il comportamento del maschio e delle femmine. Sappiamo comunque che questi nidi consistono in una buca rotonda fatta nel terreno, larga quanto basta perché l’uccello covante possa completamente ricoprirla, e circondata da una specie di argine che viene costruito ammonticchiando con i piedi una certa quantità di terra. La femmina depone un buon numero di uova, e poiché le compagne dello stesso maschio provvedono a questa bisogna usufruendo dello stesso nido, se ne possono trovare a volte anche più di venti.

All’incubazione si dedica praticamente solo il maschio: le compagne non lo sostituiscono che eccezionalmente, e sovente le uova, soprattutto durante le ore più calde del giorno, vengono ricoperte di sabbia ed abbandonate perché il loro processo di sviluppo si compia per effetto del calore naturale.

I piccini sgusciano dopo circa sei o sette settimane e, appena sono asciutti, vengono condotti fuori del nido in cerca di alimento; hanno un aspetto molto singolare, che li avvicina più a dei ricci che a degli uccelli, poiché il loro corpo è ricoperto di piume rigide, simili appunto agli aculei dei ricci, che allontanandosi dal corpo vanno divergendo in tutte le direzioni.

Simpatici ed amabili, corrono con abilità fin dalla nascita, e sono in grado di cercare con successo il cibo seguendo gli insegnamenti dei genitori; dopo circa quattordici giorni hanno preso una tale confidenza con l’ambiente e sanno destreggiarsi tanto bene da potersi considerare del tutto indipendenti.

LEGGENDA

Ad un osservatore inesperto può sembrare che lo struzzo metta la testa sotto la sabbia, ma in realtà si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una grossa roccia e, se il predatore si avvicina troppo, scappa a grandi falcate riuscendo a raggiungere i 70 km/h.

Categories
ilovesudafrica.it

Righe Zebre

Le strisce della zebra servono a mimetizzarsi agli occhi dei tafani e delle mosche cavalline, dato che un mantello con di questo disegno attira molto meno di uno uniforme questi insetti ematofagi che, diffusi in tutta l’Africa, hanno un impatto considerevole sulla salute degli animali.

E’ la conclusione a cui è giunta una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori della Eötvös University a Budapest e dell’Università di Lund, in Svezia, che ne riferiscono in un articolo publicato sul ” Journal of Experimental Biology“.

Il caratteristico mantello delle zebre ha suscitato molte speculazioni sulla sua funzione e sul perché della sua evoluzione, dall’idea che potesse rendere meno identificabili animali nell’erba alta della savana all’ipotesi che fornisse un contributo alla termoregolazione. Tuttavia, tutte queste ipotesi mancavano di evidenze sperimentali in grado di suffragarle.

In quest’ultimo studio, i ricercatori sono partiti dal fatto che i tafani sono attratti dalla luce polarizzata orizzontalmente, perché sono polarizzati così i riflessi dall’acqua degli stagni dove questi insetti possono accoppiarsi e deporre le uova. Le femmine dei tafani, ematofaghe, sono attirate anche dalla luce polarizzata linearmente che viene riflessa da molti tipi di manto o dalla pelle delle loro “vittime”.

Nel corso di una sperimentazione condotta in un allevamento di cavalli nei pressi di Budapest infestato da questi insetti ematofagi, i ricercatori hanno proceduto ad allestire sagome di cavallo cosparse di una sostanza collosa per controllare la capacità di attrarre i parassiti dei diversi tipi di mantello, includendovi anche mantelli a strisce, suddivisi in funzione della densità, dell’angolazione delle bande e della direzione di polarizzazione della luce riflessa che determinavano. L’ipotesi di partenza era che la capacità di attrazione variasse da un massimo per i manti nero e marrone, che polarizza la luce orizzontalmente, a un minimo di quello bianco.

E’ risultato invece che la pezzatura a strisce era quella meno attraente per i tafani e che gli schemi a strisce erano tanto meno attraenti quanto più le strisce diventavano strette. Evidentemente, osservano i ricercatori, il mescolamento di tipi di polarizzazione diversa provocato da questo disegno distrugge il fascino esercitato sugli insetti dalle polarizzazioni “pure”.

Quando poi sono state misurate la larghezza delle strisce e la polarizzazione della luce riflessa da vere pelli di zebra, si è scoperto che il disegno della zebra mostrava una buona correlazione con i disegni meno attraenti per i tafani.

“Possiamo concludere che le zebre hanno sviluppato un modello di manto in cui le strisce sono sufficientemente strette per garantire la minima attrattività possibile per tafani e altre mosche cavalline“, scrivono gli autori, aggiungendo che l’evoluzione di questo manto è stato verosimilmente una risposta adattativa a un ambiente, quale quello delle savane africane, in cui la presenza di questi ditteri è particolarmente elevata.

Categories
ilovesudafrica.it

I❤ SudAfrica Archivi – I Love Sud Africa, Guida e Viaggi

Sono nata fra le colline toscane, all’ombra degli olivi, e grazie ai miei genitori, che fin da piccola mi hanno portata in giro per l’Europa, sono sempre stata appassionata di Natura e di…

Sudafrica Uno degli slogan più ricorrenti per il Sudafrica è: il mondo in un solo paese. E non c’è niente di più vero: un paese grande 4 volte l’Italia, abbraccia talmente tanti panorami …

Guidare in Sudafrica Dalle Coste dei due oceani su cui si affaccia (Atlantico e Indiano) alle foreste umide della Garden Route, dalle sterminate savane dei grandi parchi al deserto del Kalahari, dai …

La cucina in Sudafrica CIBO La cucina in Sudafrica è una combinazione di ricette provenienti da diversi gruppi culturali che si sono avvicendati in questo paese da oltre 400 anni. I Khoisan hanno por…

CARTE DI CREDITO Vengono accettate ovunque. Vi ricordiamo che per noleggiare un’auto e’ OBBLIGATORIA. FUSO ORARIO Nessuna differenza con l’ora legale italiana. Un’ora in più durante il re…

Viaggi Accessibili in Sudafrica Diversamente Sudafrica/Namibia/Botswana/Tanzania/Kenya. Viaggi accessibili a persone diversamente abili, per problemi fisici, in ossigenoterapia e in terapia di dialis…

QUANDO ANDARE? In Sudafrica si po andare sempre. Il Sudafrica può essere visitato in tutte le stagioni. Il Sudafrica gode di un clima ottimale. Le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, ma anc…

Vaccinazioni per Sudafrica nessuna obbligatorie. La situazione sanitaria è complessivamente buona. Il livello delle strutture sanitarie private, anche quelle altamente specializzate è buono. Basti pe…

Viaggi all’estero dei minori per Sudafrica Dal 1 giugno 2015 le Autorita’ sudafricane applicano le nuove disposizioni legislative in materia di ingresso, transito ed uscita dal Sud Africa dei minori,…

CAPE TOWN: la Città Madre Capitale legislativa, la città forse più snob del Sudafrica, cosmopolita, da cui si sono mossi i primi coloni olandesi a fine 1600, ospita uno dei centri commerciali portual…

Categories
ilovesudafrica.it

Perchè andare in Sudafrca

Sudafrica

Uno degli slogan più ricorrenti per il Sudafrica è: il mondo in un solo paese.
E non c’è niente di più vero: un paese grande 4 volte l’Italia, abbraccia talmente tanti panorami che ogni regione ha una sua peculiarità e attrattiva.

Dalle Coste dei due oceani su cui si affaccia (Atlantico e Indiano) alle foreste umide della Garden Route, dalle sterminate savane dei grandi parchi al deserto del Kalahari, dai vigneti alle città modernissime e ricche di vita!

Un viaggio in Sudafrica è un’esperienza che evoca emozioni forti e che richiama un’Africa lontana fatta di spettacolari contrasti naturali, di intense suggestioni storiche, ma anche un’Africa moderna e dinamica, pronta ad affrontare nuove sfide.

Andare in Sudafrica regala un’esperienza unica: dal fascino di Cape Town, splendido mosaico di culture e architetture sospese tra passato coloniale e modernità, all’austerità di Pretoria, la capitale amministrativa, al dinamismo di Johannesburg, il cuore economico del paese.

Anche sul fronte natura il Sudafrica offre un’esperienza incredibile: come i paesaggi mozzafiato della Whale Coast dove osservare il passaggio delle balene direttamente da terra. O miracolosa come la natura incontaminata del grande Parco Kruger, autentico paradiso degli animali, e le meraviglie faunistiche della terra degli zulu. Il Sudafrica è un paese relativamente piccolo ma che racchiude in sé tutte le meraviglie della natura.

Il Sudafrica è sicuramente il Paese africano con la rete viaria più sviluppata, moderna ed efficiente (33.800 Km di strade).
Tutte le strade sono ben segnalate e per la maggior parte asfaltate.

Autostrade a 4 corsie collegano tutto il paese. Fate attenzione ai controlli di velocità e ricordate i pagamenti ai caselli!
Basta ricordarsi che la guida è a sinistra ed avere un minimo di familiarità con le frasi più comuni dell’inglese.

Le 9 provincie

  • WESTERN CAPE
  • NORTHERN CAPE
  • EASTERN CAPE
  • KWA ZULU NATAL
  • FREE STATE
  • NORTH WEST
  • GAUTENG
  • MPUMALANGA
  • LIMPOPO

11 lingue e altrettanti gruppi etnici…tutto questo in un solo paese.