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Cosa Vedere a Guantánamo

Cosa Vedere a Guantánamo

nonostante il nome legato alla base militare, Guantánamo offre diverse possibilità di visita.

  • Plaza Mariana Grajales:

    Oltre ad essere una delle piazze più importanti della città è anche una delle più “rivoluzionarie” di Cuba. E’ dominata dal grandioso Monumento agli Eroi, omaggio alla Brigada Fronterizache difende il baluardo più avanzato del socialismo in questo continente“.

  • Palacio Salcines:

    All’angolo tra Pedro A Pérez e Prado si può ammirare l’originale residenza dell’architetto locale Leticio Salcines. Completato da una torretta sormontata da una scultura, è forse il più significativo edificio della città è oggi sede di un piccolo museo.

  • Biblioteca Policarpo Pineda Rustán: progettata da Leticio Salcines è passata alla storia come sede del processo agli aguzzini di Fulgencio Batista (1959).
  • Museo Municipal:

    Una raccolta di documenti, foto e reperti per comprendere meglio la storia e la ragion d’essere della base navale americana.

  • Parque Martí:

    Riqualificato nel corso degli ultimi anni, è dominato dalla Parroquia de Santa Catalina de Riccis.

Da scoprire:

  • El Castillo de Seboruco:

    Oggi trasformato in hotel, è il forte più alto della città. Venne iniziato nel 1739 e terminato nel 1900 dagli americani. Regala una bellissima vista su Baracoa.

  • Fuerte Matachín:

    All’entrata meridionale della città, questo forte, è stato costruito nel 1802 dagli spagnoli, è sede del Museo Municipal che racconta storia e cultura della città.

  • Fuerte de la Punta:

    Forte costruito nel 1803 a protezione dell’ingresso nord-occidentale della città. Gravemente danneggiato dall’uragano Ike, oggi, ospita un ristorante.

  • Fábrica de Cucuruchu:

    Fabbrica più unica che rara dedicata alla produzione del tipico dolce di Baracoa.

  • Fábrica de Chocolate:

    Inaugurata da Ernesto Che Guevara nel 1963 non sempre è aperta ai turisti.

  • Museo del Cacao:

    Se non riuscite a visitare la fabbrica di cioccolato, consolatevi con questo museo completato da laboratorio.

  • Museo Arqueológico “La Cueva del Paraíso”:

    Interessante e ospitato in una location particolare (una serie di caverne) permette di ammirare più di 2000 autentici reperti taíno.

  • Catedral de Nuestra Señora de la Asunción:

    protagonista di un non proprio fortunato restauro, ha perso alcune delle sue peculiarità ottocentesche, ma è sempre molto amata dai locali.

La base navale americana si trova precisamente a Caimanera, tranquillo – e a tratti desolato – villaggio di pescatori lungo la sponda occidentale della baia di Guantánamo.
Intorno alla cittadina, il paesaggio si fa quasi desertico: solo aride colline tutte cactus e monitongos (distese rocciose erose dal vento).

  • BaracoaBaracoa Baracoa

    A 155 km da Guantánamo, su lembo sud orientale dell’Isola, sorge un’altra importante città: Baracoa (in lingua indigena: “Luogo delle acque“), fondata nel 1511 da Diego Velázquez de Cuéllar. Isolata fino alla costruzione della strada “la Farola” (negli anni ‘70), Baracoa, sospesa tra l’Atlantico, montagne e fiume, è inserita in un contesto naturale lussureggiante e …

  • GuantánamoGuantánamo Guantánamo
    Guantánamo (il curioso nome deriva dal gruppo indigeno ormai scomparso che vi abitava), la provincia più orientale di Cuba, si suddivide in 10 comuni ed ospita poco più di 510.000 abitanti.

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    Il paesaggio qui è aspro, selvaggio (tante le montagne che la dominano: dai rilievi di Sagua-Baracoa fino alle montagne di Nipe-Sagua-Baracoa), …

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Guantánamo Archivi – I Love Cuba

Guantánamo Guantánamo (il curioso nome deriva dal gruppo indigeno ormai scomparso che vi abitava), la provincia più orientale di Cuba, si suddivide in 10 comuni ed ospita poco più di 510.000 abitanti…

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Baracoa

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Cuba, la più famosa tra le isole caraibiche è la destinazione perfetta per chi vuol godersi mare cristallino, spiagge bianchissime, una natura rigogliosa ed un’atmosfera unica.
Vivace ed accogliente, l’isola che ha conquistato Ernest Hemingway, in realtà è un arcipelago composto da quasi 4200 isole e isolette (denominate cayos). Se scoprirle tutte sarà impossibile, partire per Cuba, sarà un’avventura semplicemente meravigliosa.

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Isla de la Juventud

Isla de la Juventud

L’Isola della Gioventù si sviluppa per 2.237 km quadrati, nel Mare dei Caraibi. Dal punto di vista giuridico-amministrativo costituisce l’unica municipalità speciale della Repubblica di Cuba ed ospita circa 85.000 abitanti.

Lontana geograficamente e culturalmente dal resto del Paese (da cui dista 60 km) – l’isola che ospitò il prigioniero Castro dopo l’assalto al Moncada – non ha mai conosciuto piantagioni di canna da zucchero o di tabacco. In compenso era molto vicina agli States e ha saputo crearsi un’economia basata su agricoltura, pesca, estrazione del marmo e produzione di ceramica.

Scoperta da Cristoforo Colombo il 13 giugno del 1494 (che la chiamò La Evangelista), nel corso della sua storia, è stata conosciuta con diversi nomi: Isla de las Cotorras, Colonia Reina Amalia, Isla de los Piratas, l’isola del tesoro, l’isola dei prigionieri e, prima di essere ribattezzata – nel 1978 – Isla de la Juventud, fu l’isola dei pini.

Oggi è un’isola molto tranquilla, ancora in parte emarginata dai grandi flussi turistici. Ciò non vuol dire però che sia insignificante.

Il capoluogo (e capitale amministrativa) dell’isola è Nueva Gerona. La città, fondata nel 1830 da pionieri americani, non è particolarmente ricca di attrattive. In Calle 24, all’angolo con Calle 45, si può visitare il Museo Casa Natal Jesus Montané, rivoluzionario che, con Castro, partecipò all’attacco alla Caserma Moncada nel 1953.

Non lontano, in Calle 41, all’angolo con Calle 52 c’è un modesto Museo de Historia Natural che, prima o poi, sarà completata da un planetario. Proseguendo sempre su Calle 41 e poi su La Demajagua, a 3 km a sud-ovest di Nueva Gerona, s’incontra il più interessante Museo Finca el Abra, oggi monumento nazionale, che ospitò un giovanissimo José Martí in attesa di essere deportato in Spagna.

Non lontano dal Parque Guerrillero Heroico è possibile ammirare El Pinero, la famosa imbarcazione adibita, per mezzo secolo, al trasporto passeggeri tra La Isla e l’isola principale. Oggi è un ritrovo per i giovani del posto, amanti della musica a tutto volume.

Merita una visita anche la chiesa di Nuestra Señora de los Dolores, bella espressione dello stile coloniale messicano.
60 km a sud-est di Nueva Gerona merita di essere scoperta la bellissima Cueva de Punta del Este. Scoperta nel 1910 e dichiarata monumento nazionale, è stata soprannominata “Cappella Sistina” dell’arte indigena caraibica. Le sue pareti ed il suo soffitto sono, infatti, decorati da più di 230 pittogrammi, eseguiti dai nativi intorno all’800 d.C.). Secondo gli studiosi, si tratta della rappresentazione di un calendario solare.

La parte meridionale dell’isola è occupata dal Parco Nazionale Ciénaga de Lanier, con un’estensione di circa 125 ettari è la seconda zona umida più importante del Paese.

Caratterizzato da una grande biodiversità faunisitica, è completato da un interessante sito archeologico.

Infine, 114 km a est della Isla de la Juventud, si sviluppa Cayo Largo del Sur, paradiso tropicale caratterizzato da spiagge da cartolina, barriere coralline e una vegetazione lussureggiante. Cayo Largo è un “prodotto turistico” ben riuscito, con molti resort all-inclusive ed è particolarmente apprezzato dai turisti italiani.

La spiaggia più bella dell’isola è Playa Sirena, sul versante occidentale. Si presenta come un’ampia distesa di sabbia candida e morbida, ben attrezzata per le attività sportive. Molto suggestiva, anche se meno larga, è anche la vicina Playa Paraíso.

Se ci si sposta lungo la costa est, particolarmente interessante è Playa los Cocos (con ottimi punti per fare snorkelling). La parte orientale, invece, è dominata da Playa Tortuga (così chiamata perché durante l’estate diverse tartarughe vi depositano le loro uova).

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Holguín

Holguín

La provincia di Holguín si suddivide in 14 comuni ed ospita poco più di 1 milione di abitanti.

Ricca di contrasti ed incredibilmente bella (Colombo nel 1492 la descrisse così: “il luogo più bello su cui abbia mai posato lo sguardo”), la provincia di Holguin è oggi la terza destinazione turistica del Paese.

Il litorale settentrionale, con la sua sabbia finissima, l’acqua cristallina e una barriera corallina ancora intatta, richiama visitatori da ogni angolo del globo.

Semplicemente incantevole è Guardalavaca, autentico paradiso tropicale, abbracciato da verdissime colline, è la grande rivale dell’inflazionata Varadero e della (quasi) inaccessibile Cayo Coco.

Un tempo sperduto villaggio rurale (in fondo, l’etimologia rimanda ad un poco evocativo “custodisci la vacca”), Guardalavaca è “esplosa” sul finire degli anni ’70 quando Castro partecipò all’inaugurazione del primo resort (il complesso Atlántico).

Oggi, quest’angolo di costa è tutto un susseguirsi di resort e sedie a sdraio. Per essere precisi, si può affermare di trovarsi di fronte a tre “enclave” separate: Playa Pesquero, Playa Esmeralda e – una decina di km più a est – la vera e propria Guardalavaca.

Se quest’ultima e meno snob e più colorita (l’accesso alla spiaggia è consentito anche i cubani) Playa Pesquero e Playa Esmeralda sono più sofisticate ed esclusive.
Playa Pesquero, in particolare, ospita quattro grandi resort stellati che si affacciano su una spiaggia color dell’oro. Le tiepide acque ed i fondali poco profondi nascondono un mondo meraviglioso che attira numerosi amanti dello snorkelling.

Poco più a ovest di Playa Pesquero, nei pressi di Villa Don Lino, merita di essere scoperta Playa Blanca ed il suo Parque Nacional Monumento Bariay. Nel 1492 Colombo sbarcò proprio qui e l’epocale evento è commemorato da una serie di monumenti, tra tutti, spicca quello che vuole celebrare il cinquecentenario, realizzato in stile greco classico e disegnato da un artista locale.
Non lontano è possibile svolgere diverse attività all’aria aperta presso il bio parco protetto Rocazul.

A circa 4 km a sud da Playa Esmeralda, troviamo, invece, il Parque Natural Bahía de Naranjo che si sviluppa su diversi isolotti.

Ricordiamo che, nei pressi di Guardalavaca, in corrispondenza di un sito archeologico, è possibile visitare il Museo Chorro de Maita (che testimonia la presenza di un villaggio dei primi anni del XVI secolo) con l’Aldea Taína, ossia la riproduzione, in scala naturale, di un villaggio indigeno.

La città di Holguín è il capoluogo della Provincia ed è dotata anche di un buon aereoporto internazionale. Fondata nel 1525, col nome di San Isidoro de Holguín, dal capitano spagnolo Francisco García Holguín si presenta poco coloniale e molto industrializzata. Non a caso, qui, vengono prodotte 4 delle principali marche di birra nazionale (ossia Cristal, Bucanero, Mayabe e Cacique).

I territori dove oggi sorge Holguin vennero consegnati nel 1515 al capitano García Holguín da Diego Velázquez de Cuéllar. Il piccolo, ma fertilissimo, insediamento agricolo divenne così città nel 1752.

Famosa per aver fatto da cornice alla riabilitazione di Diego Armando Maradona, la città non ha particolari attrattive turistiche. Se vi fate tappa, potete visitare il Museo de Historia Provincial, occupa il lato nord del Parque Calixto García ed è soprannominato La Periquera (la gabbia di pappagalli, per via dei colori dei soldati spagnoli che, in origine, vi facevano la guardia) è stato dichiarato monumento nazionale ed ospita la “hacha de Holguín“, una testa d’ascia di probabile origine indigena.

Una delle piazze più importanti della città è dedicata al generale Julio Grave de Peralta (che guidò la rivolta del 1868) ed ospita il Mural de Origen che racconta la storia della città.

Notevole, e originale, è la candida Catedral de San Isidoro; settecentesca è stata completata da due torri gemelle con tanto di cupola.

Per godere di una scenografica vista panoramica, si può raggiungere l’estremità settentrionale di Maceo e percorrere la scalinata (465 gradini) che s’inerpica sulla collina. Una volta arrivati in cima, si potrà notare una croce: è stata messa nel 1790 per chiedere la fine di un lungo periodo di siccità.

Lungo la costa merita una visita Gibara. Nonostante i gravi danni provocati nel 2008 dall’uragano Ike la città, circondata da spiagge selvagge, è ancora affascinante. Quando Colombo la raggiunse nel 1492 decise di battezzarla Río de Mares (fiume degli oceani), in quanto proprio in questo punto il Río Cacoyugüín e il Río Yabazón si gettano nella Bahía de Gibara.

Rifondata nel 1817, grazie allo zucchero, la Gibara (la “villa blanca” per via delle sue candite facciate) visse un lungo periodo di sviluppo che continuò fino ai primi decenni del Novecento, poi con la costruzione della Carretera Central e l’eliminazione della ferrovia, la città iniziò un lungo declino dalla quale non si è ancora ripresa.

Famosa per ospitare, ogni anno, il Festival Internacional de Cine Pobre (Festival Internazionale del Cinema Povero), la città vede il suo cuore pulsante nel Parque Calixto García con i suoi originali robles africanos (querce africane), l’Iglesia de San Fulgencio e la Statua della Libertà (commemorativa della guerra ispano-cubano-americana). Il lato occidentale della Piazza è occupato dal Museo de Historia Natural.

Al n. 19 di Independencia, in una bella casa coloniale, si possono visitare il Museo de Historia Municipal e il Museo de Artes Decorativas.
Il più spettacolare panorama sulla baia si può ammirare dall’alto dell’ El Cuartelón, forte spagnolo che domina Calle Cabada.

Altro tesoro naturale è la Caverna de Panaderos, un complesso di grotte caratterizzato da un percorso sotterraneo e 19 gallerie.

Un’ottantina di km ad est di Holguín, sorge la città di Banes. In passato sede di diversi zuccherifici è nota per essere la città natale dell’ex presidente Fulgencio Batista. Città semplice ed autentica, ospita la bella ed originale Iglesia de Nuestra Señora de la Caridad (in art decò) che fece da cornice, nel 1948, al matrimonio tra Fidel Castro Ruz e Birta Díaz Balar.

Curioso è il Museo Indocubano Bani con dei preziosi manufatti indigeni, tra cui il piccolo idolo della fertilità in oro.

In Calle Tráfico, El Panchito (nei pressi della stazione autobus), potrebbe essere interessante visitare la locomotiva a vapore 964, proveniente dagli stabilimenti della HK Porter Locomotive Works di Pittsburgh, Pennsylvania.

Infine, per rilassarsi un po’ in riva al mare, si può raggiungere la vicina Playa de Morales, una lingua di sabbia lunga 13 km, completata da un suggestivo villaggio di pescatori. Molto bella è anche la tranquillissima Playa Puerto Rico.

Uno dei tesori naturalistici della provincia di Holguin è la Sierra del Cristal. Pregevole meta dell’eco-turismo, è una sorta di piccola, e verdissima,

Svizzera con ben due parchi nazionali:

  • Il Parque Nacional Sierra Cristal:

    è stato fondato nel 1930 ed è il più antico di Cuba. Ospita la principale vetta della provincia, il Pico del Cristal (1213 m)

  • Il Parque Nacional:

    che si estende per ben 5300 ettari e ospita, oltre ad una vegetazione meravigliosa (più di 100 specie di piante endemiche) e un’alta cascata, vanta un particolarissimo microclima alpino.

Una della cascate più alte e suggestive di Cuba, sorge a circa 15 km dalla Villa Pinares de Mayarí, è il Salto del Guayabo: conta su un dislivello di 100 metri ed è circondata da una foresta lussureggiante.

La Sierra ospita anche un importante Centro Investigaciones para la Montaña: da qui, parte il percorso didattico denominato Sendero la Sabina che porta alla scoperta del patrimonio vegetale di ben 8 ecosistemi diversi. Per vedere da vicino alcune particolari specie di animali si può, invece, raggiungere l’Hacienda la Mensura con antilopi e guapeti.

Da non perdere anche le Farallones de Seboruco, grotte dichiarate monumento nazionale per via delle loro preziose pitture rupestri indigene.

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Granma

Granma

La provincia di Granma, 840.000 abitanti suddivisi in 13 comuni, un tempo si cambiava Provincia Oriental. Il nuovo nome deriva dalla celebre nave Granma, che approdò qui con 82 rivoluzionari guidati da Fidel Castro. E, sebbene ne sia passata di acqua sotto i ponti da allora, l’intera provincia vibra di un’energia unica: lo spirito rivoluzionario, così come il senso di appartenenza e di identità nazionale qui sono più vivi che mai. Forse anche perché in questo angolo di Cuba Carlos, nacque Perucho Figueredo (autore dell’inno nazionale), morì l’eroe nazionale José Martí e Manuel de Céspedes decise, nel 1868, di liberare i suoi schiavi e di proclamare l’indipendenza del Paese.

Granma, nonostante il suo grande passato, non è una provincia particolarmente turistica: deve, infatti, fare i conti con un sistema stradale insufficiente ed obsoleto. La giungla, fittissima, poi non facilità certo le comunicazioni ed i trasporti. Se si vuole guardare il lato positivo della situazione, possiamo dire che chi giunge qui, trova la Cuba più vera ed autentica.

Capoluogo della provincia di Granma è Bayamo, fondata nel novembre 1513 (e dunque più antica della capitale).

Per decenni la città fu teatro di rivolte ed agitazioni indigeni che andarono a scemare con l’inarrestabile decimazione dei i taínos. Alla fine del XVI secolo, Bayamo era una città ben organizzata e ricca grazie alla coltivazione della canna da zucchero, all’allevamento e a qualche traffico illecito.

E da questa città semplice e senza tempo – soprannominata ciudad de los coches (città dei carretti) – che è partita la lotta per l’indipendenza cubana. E sebbene i locali non se ne vantino, ne sono orgogliosi.

In Maceo n. 55 si può visitare il Museo Provincial che racconta la storia della città. Accanto al museo è possibile visitare la Casa Natal de Carlos Manuel de Céspedes (da tutti considerato padre della patria), unica architetturale coloniale a due piani presente in città.
In Céspedes n. 158 si può, invece, visitare la Casa de Estrada Palma di primo presidente della Cuba indipendente; oggi è sede dell’UNEACO (Unión Nacional de Escritores y Artistas de Cuba).

Tra le piazze più amate, ed ombreggiate, della città si ricorda Parque Céspedes (noto anche come Plaza de la Revolución). Altra piazza importante è Plaza de la Patria, passata alla storia per aver ospitato, nel 2006, l’ultimo discorso pubblico di Fidel Castro.
Calle General García, o Paseo Bayamés, è invece la via principale della città. Riqualificata on murales e lampioni dalla forma di alberi e tubi dipinti, ospita due piccoli musei: il Museo de Cera e il Museo de Arqueología.

Interessante è anche il Museo Ñico López, ospitato nell’ex circolo ufficiali della caserma militare Carlos Manuel de Céspedes.

Infine, merita una visita la settecentesca Iglesia Parroquial Mayor de San Salvador; ricostruita nel 1919 presenta un bel dipinto murale raffigurante la benedizione della bandiera cubana di fronte all’esercito rivoluzionario il 20 ottobre 1868. Sul piazzale di fronte alla chiesa, Plaza del Himno Nacional, venne intonato, per la prima volta, l’inno nazionale.

Appena fuori dalla città si può scoprire la Fabrica de los Coches (unico stabilimento artigianale del Paese) e comprendere le fasi di lavorazione di un coche (ossia il carro tirato da cavalli, utilizzato moltissimo ancora oggi).

A circa 20 km dal centro città si può visitare il Jardín Botánico de Cupaynicu (nei pressi della strada per Guisa). Il giardino, si estende su più di 100 ettari e ospita una settantina di specie diverse di palma e un interessante settore dedicato alle piante officinali più rare.
40 km a nord ovest di Bayamo troviamo un piccolo paradiso per gli amanti della pesca a mosca: la Laguna de Leonero.

A circa 50 km a nord est del capoluogo, invece, sul Río Cauto, si può vedere il semplice obelisco bianco che ricorda dove José Martí cadde in battaglia il 19 maggio 1895.

Altra importante città della provincia di Granma è Manzanillo, città costiera non particolarmente appariscente, ma dall’atmosfera gioiosa. Fondata nel 1784, è oggi nota per i suoi organetti a manovella e per una consolidata tradizione musicale. Raggiungere questa città con i trasporti pubblici può essere molto complicato. E, una volta arrivati non è neppure semplice trovare una buona struttura ricettiva. Insomma, è una destinazione adatta ai più avventurosi.

Chi ci giunge, però, può visitare il suggestivo Parque Céspedes, la piazza centrale, con la glorieta (gazebo per l’orchestra), un’imitazione del Patio de los Leones nell’Alhambra di Granada. La parte orientale del parco è occupato dal solito Museo Histórico Municipal e dalla Iglesia de la Purisma Concepción che ospita un pala d’altare rivestita d’oro.

Simbolo della città è il Monumento a Celia Sánchez, una suggestiva scalinata con mattonelle di terracotta e murales in ceramica, dedicata alla collaboratrice di Castro.

A 15 km da Manzanillo, un museo (Museo Histórico la Demajagua) documenta la liberazione degli schiavi del 10 ottobre 1868 da parte di Carlos Manuel de Céspedes.

La parte sud-occidentale della provincia di Granma è occupata dalla città portuale di Niquero. Sede di uno dei pochi zuccherifici ancora in attività, il Roberto Ramírez Delgado, è una città molto tranquilla con poche attrattive (di cui è l’immancabile museo cittadino) e poche strutture ricettive. Perché raggiungerla, allora? E’ una buona base di partenza per chi vuole scoprire lo straordinario ed incontaminato, Parque Nacional Desembarco del Granma.

La porta di entrata al Parco è Las Coloradas, piccola cittadina di mare che rappresenta l’arrivo di un particolare percorso escursionistico che parte da Alegria del Pio, un luogo storico ricordato come il punto in cui, nel 1956, gli uomini di Batista fermarono i ribelli di Castro (appena sbarcati dal Granma) e li obbligarono alla fuga.

Appena entrati nel parco, invece, si può visitare il Museo las Colorados che vuole ricordare, anche con una riproduzione a grandezza naturale del Granma, lo sbarco di Castro.

Il parco, d’importanza naturalistica e storica (è da molti considerato il santuario della rivoluzione) si sviluppa per ben 275 kmq e vede protagonisti foreste incredibilmente fitte, scogliere incontaminate e un paesaggio carsico (frutto del sollevamento sopra il livello del mare di antichi reef corallini). Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999 presenta una vegetazione ed una fauna ricca e variegata.

Inoltre, percorrendo il suggestivo Sendero Arqueológico Natural El Guafe si potranno scoprire, caverna dopo caverna, il famoso ĺdolo del Agua e tantissime specie di orchidee e farfalle.

Un paio di km dopo il termine del Sendero, s’incontra la Comunidad Cabo Cruz, villaggio di pescatori con un bel faro ottocentesco (oggi proprietà militare) e incantevoli spiaggette perfette per il nuoto e le immersioni.

Appena fuori il Parque Nacional Desembarco del Granma s’incontra la piccola città costiera di Pilón che, negli ultimi 15 anni ha dovuto fare i conti con diversi problemi (la chiusura dei zuccherifici, l’uragano Dennis e il taglio di numerosi collegamenti) che l’hanno impoverita e tagliata fuori dal mondo.

Poco dopo Pilón s’incontra la tranquilla, e isolata, località turistico-balneare di Marea del Portillo, con la sua spiaggia color grigio chiaro ed il suo azzurrissimo Mar dei Caraibi. Molto amata dai canadesi è molto penalizzata da un sistema stradale fatiscente.

Da Marea del Portillo si può accedere alle montagne del Gran Parque Nacional Sierra Maestra, suggestiva ed incontaminata cornice della guerriglia di Castro. Il parco, che in alcuni tratti si fa incredibilmente selvaggio ed aspro, ospita anche il Pico Turquino, la più alta vetta cubana e una straordinaria varietà di uccelli.

In cima al frastagliato crinale caratterizzato da una fittissima foresta si può visitare il Comandancia de la Plata, l’inaccessibile quartier generale dei ribelli con i suoi edifici in legno. Da vedere la Casa de Fidel (con ben 7 vie di fuga), la stazione Radio Rebelde, la “zona-ospedale” e il piccolo museo.

Nei pressi del Río Yara si sviluppa il piccolo, ma suggestivo villaggio di Santo Domingo, splendido esempio della Cuba rurale più autentica. Dopo il villaggio, e un lungo cammino, si può godere di una straordinaria vista panoramica dall’Alto del Naranjo. Dal belvedere partono anche i sentieri escursionistici per raggiungere La Plata e il Pico Turquino.

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Camagüey

Camagüey è la provincia più grande e più pianeggiante di Cuba. Suddivisa in 13 comuni, ospita circa 780.000 abitanti e presenta tratti distintivi particolari. Già in epoca coloniale, infatti, preferì l’allevamento alla coltivazione di canna da zucchero e pochi schiavi, dunque, giunsero fin qui.

Le sue potenzialità turistiche sarebbero anche alte, ma purtroppo, salvo rare eccezioni, non si è ancora avuto un adeguato sviluppo infrastrutturale.

Il capoluogo, Camagüey, sorge a metà strada tra Ciego de Ávila e Las Tunas ed è la terza città cubana; fondata, con il nome di Santa María del Puerto de Príncipe nel 1514, in passato, dovette far i conti con incursioni piratesche (tra cui quelle del mitico Henry Morgan) e, nel corso dei secoli, assunse una struttura urbana davvero insolita e si configurò come un dedalo di vicoli stretti e tortuosi.

Oggi, la “città dei tinajones” (otri di terracotta che servivano a raccogliere l’acqua piovana e rappresentavano un valido aiuto nei periodi di siccità), è una città vivace e cosmopolita, ma anche cattolicissima, che vanta un bellissimo centro ben conservato e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Tra i tesori della città natale del Poeta Nazionale Nicolás Guillén si ricordano:

  • Plaza San Juan de Dios:

    è uno degli angoli più pittoreschi e curati della città. Su di essa si affacciano diversi edifici ben conservati dalle facciate rosa, gialle ed azzurre.

  • Plaza del Carmen:

    è una delle piazze principali ed è dominata dall’incantevole Iglesia de Nuestra Señora del Carmen. Recentemente riqualificata con nuovi lampioni e notevoli sculture, è uno dei punti d’aggregazione prediletti dei camagüeyanos.

  • Museo Provincial Ignacio Agramonte:

    Dedicato all’eroe della guerra d’indipendenza, è ospitato in un bel edificio ottocentesco, un tempo adibito a caserma della cavalleria spagnola; ospita un’interessante collezione di dipinti cubani. In Av Agramonte n. 459 è possibile visitare il Museo Casa Natal de Ignacio Agramo, con una mostra dedicata al ruolo di Camagüey e Agramonte nella prima guerra d’indipendenza cubana. A Ignacio Agramonte è dedicata anche una piazza, all’angolo tra Martí e Independencia.

  • Necropolis de Camagüey:

    Luogo di sepoltura di Ignacio Agramonte e di altre personalità, ospita diverse tombe neogotiche.

  • Casa de Arte Jover:

    A due passi da Plaza Agramonte non è solo la bellissima abitazione di due grandi artisti cubani (Joel Jover e sua moglie Ileana Sánchez), ma è anche la loro galleria d’arte.

  • Casa Finlay:

    Il dottor Carlos J. Finlay è uno dei grandi eroi di Camagüey: studiò infatti, la patogenesi della febbre gialla; questo piccolo museo vuole rendere omaggio alla sua attività ed al suo impegno umanitario.

  • Museo de San Juan de Dios:

    Ospitato nei locali del pregevole ex ospedale voluto da Padre José Olallo (primo santo di Cuba) è dedicato al patrimonio storico – culturale di Camagüey.

  • Palacio de los Matrimonios:

    Grandioso palazzo in stile coloniale e art déco che fa da romantica cornice ai voti matrimoniali dei locali.

  • Mercado Agropecuario Hatibonico:

    è uno dei mercati più interessanti di Cuba; si sviluppa sulla sponda del Río Hatibonico. Con gli immancabili “pregones” (richiami) degli ambulanti, ospita diversi herberos (gli erboristi, che offrono anche pozioni ed elisir).

  • Casino Campestre:

    Dopo il ponte Río Hatibonico, provenendo dalla parte vecchia della città s’incontra il principale parco della sua città ed il più esteso di Cuba: ospita addirittura una stadio di baseball!

  • Galería el Colonial:

    Centro commerciale all’angolo tra Av Agramonte e República è ospitato in un bellissimo edificio coloniale rosa.

A nord-est di Camagüey s’incontra un angolo di paradiso tropicale caratterizzato da sabbia chiara ed acque turchesi: stiamo parlando di Playa Santa Lucía che, con i suoi 20 km di estensione, si contende con Varadero, il primato di spiaggia più lunga del Paese. Ospitando uno dei banchi di corallo più suggestivi dell’isola è frequenta dagli appassionati di immersioni.

Alla fine di Playa Santa Lucia, s’estende, a forma di mezza luna, Playa los Cocos: un litorale color crema bagnato da acque turchesi. Intorno alle spiagge, le attrattive si riducono a una riserva di fenicotteri.

Lungo la strada che collega Camagüey a Playa Santa Lucía, s’incontra una piacevole città portuale ed industriale: Nuevitas. Se si decide di farvi tappa, si può visitare il Museo Histórico Municipal; la sua collezione non è nulla di straordinario, ma dà l’accesso ad una scalinata che regala panorami mozzafiato. Tra i litorali della Bahía de Nuevita, meritano la Playa Cuatro Vientos e le isolette Los Tres Ballenatos.

Se si vuole godere di spiagge da sogno incorniciate da una natura incontaminata, però vale la pena spostarsi 20 km più a nord e raggiungere Cayo Sabinal. Selvaggia e splendida ospita spiagge da sogno (Playa Bonita e Playa los Pinos, su tutte), un forte (Fuerte San Hilario) e l’ottocentesco Faro Colón (uno dei più antichi fari funzionati di Cuba).

35 km a sud-est di Camagüey, s’incontra l’area protetta della Sierra del Chorrillo, nota non solo per i suoi percorsi di trekking, ma anche per la ospitare La Hacienda la Belén, organizzata come riserva naturale (è infatti riserva ornitologica, famosa per ospitare il parrocchetto di Cuba).

A due passi da La Hacienda si sviluppa un’affascinante ed antichissima foresta pietrificata.

Tra le città della provincia, va ricordata ce n’è una che si chi chiama Florida, a circa 45 km da Camagüey: non lasciatevi ingannare dal nome evocativo. Si tratta di un centro urbano operario con tanti zuccherifici, ma zero attrattive.

A sud di Camagüey troviamo un angolo ancora incontaminato di Cuba: l’arcipelago denominato Jardines de la Reina (battezzato così da Colombo, in onore della Regina di Spagna), composto da 250 isolotti corallini nel Mar dei Caraibi: in buona parte disabitati sono un vero paradiso per gli amanti della natura, della pesca (era frequentato anche da Fidel Castro) e del diving.

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Trinidad Cuba a Sancti Spíritus

Trinidad Cuba a Sancti Spíritus

Sancti Spíritus, suddivisa in 8 comuni è considerata la provincia della “buena suerte“.
L’omonimo capoluogo, situato nella parte orientale, è una città di stampo coloniale molto carina, ma decisamente sottovalutata. Nonostante il buon patrimonio culturale è spesso tagliata fuori dagli itinerari turistici.
La città, una delle sette villas originarie volute da Diego Velázquez, è stata fondata nel 1514 e più volte ha subito terribili incursioni corsare.

Considerata la patria della camicia Guayabera e della guayaba (guava, frutto tropicale), Sancti Spíritus può vantare un curioso ponte storico a quattro campate che sembra “rubato” alle campagne inglesi; stiamo parlando del Puente Yayabo, edificato nel 1815 dagli spagnoli e dichiarato monumento nazionale.

A due passi dal ponte, sorge il Teatro Principal, circondato da suggestive e bianchissime strade acciottolate (tra le più interessanti: Calle Llano, Calle Guairo e Calle San Miguel).

Su Plaza Honorato (tristemente nota per aver fatto da teatro a numerose impiccagioni pubbliche) si affaccia la chiesa principale, l’Iglesia Parroquial Mayor del Espíritu Santo, edificata nel 1522 e ricostruita un secolo più tardi. Altra chiesa importante, ma bisognosa di un restauro, è l’Iglesia de Nuestra Señora de la Caridad.

Tra i musei della cittadina si ricordano:

  • Museo Provincial:

    Racconta, attraverso una bella collezione (porcellane, manufatti e cimeli rivoluzionari), la storia della provincia.

  • Museo Casa Natal de Serafín Sánchez:

    Dedicato al patriota locale che combatté entrambe le guerre di indipendenza, prima di morire, sul campo, nel 1896.

  • Museo de Ciencias Naturales:

    Ospitato in una bella casa coloniale nei pressi di Parque Serafín Sánchez è un museo dedicato alle scienze della natura un po’ fuori dall’ordinario. Ospita un terrificante coccodrillo imbalsamato.

  • Museo de Arte Colonial:

    Recentemente restaurato, custodisce un’interessante collezione di arredi e decorazioni del XIX secolo.

La grande attrattiva della Provincia è rappresentata da Trinidad, considerata “la città museo di Cuba“. Fondata nel 1514 da Diego Velázquez de Cuélla, e dichiarata Sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è una delle città meglio conservate dell’area caraibica.

Nel centro storico di Trinidad, il tempo sembra essersi fermato al 1850 e non è raro incontrare, passeggiando per le stradine di ciottoli, guajiros (gente di campagna) su muli. Purtroppo, non mancano neppure i fastidiosi jineteros.

Tra i tesori della città, merita menzione il Museo Histórico Municipal, ospitato in un pregevole edificio (appartenuto al dottor Justo Cantero, non proprio integerrimo proprietario di vaste piantagioni di canna da zucchero), a due passi da Plaza Mayor. Ospita ricchissimi e pregevolissimi arredi e, soprattutto, regala una splendida vista su Trinidad.

Non lontano dal Museo Histórico Municipal è possibile visitare il grandioso Palacio Brunet (iniziato nel 1740) con il suo Museo Romántico che raccoglie mobili del XIX secolo e una collezione di porcellane d’epoca.
Un altro splendido edificio (nato dall’unione di due palazzi settecenteschi) fa da cornice, nei pressi Plaza Mayor, al Museo de Arquitectura Trinitaria, dedicato all’architettura nobiliare tra il 18° ed il 19° secolo.

Interessante è anche il Museo Nacional de la Lucha Contra Bandidos, ospitato nell’ ex convento di San Francesco d’Assisi (Echerri n. 59). Raccoglie cartine geografiche, documenti, armi e altri reperti che riportano alla lotta contro le varie bande controrivoluzionarie. Tra i pezzi forti del museo c’è la fusoliera di un aereo spia U-2 americano.

In Rubén Martínez Villena n. 59 tra Simón Bolívar e Piro Guinart si può vivere un’esperienza particolare visitando la Casa Templo de Santería Yemayá; presidiata da sacerdoti, santeros, vanta un suggestivo altare dedicato a Yemayá, la dea del mare e permette di avvicinarsi alla spiritualità della Regla de Ocha (religione di origine africana molto praticata sull’Isola).

Tra gli edifici religiosi, meritano una visita l’Iglesia Parroquial de la Santísima Trinidad, con la settecentesca e veneratissima immagine del Cristo della Vera Croce, e l’ Iglesia de Santa Ana, completata da un campanile con il tetto a cupola.

Considerando che Trinidad è famosa per le sue ceramiche, non si può lasciarla senza visitare la piccola fabbrica in Andrés Berro n. 51, tra Pepito Tey e Abel Santamaría (Taller Alfarero).

Ad una ventina di km di Trinidad s’incontra una delle perle balneari cubane: Playa Ancón. Forse meno sviluppata di alcuni centri della costa settentrionale, la spiaggia di Ancón è un piccolo paradiso tropicale e non per niente viene definita “la spiaggia più bella della costa meridionale cubana“: sabbia bianchissima punteggiata da pini ed acqua cristallina sonoil suo inconfondibile biglietto da visita. Piccolo neo: in alcuni mesi dell’anno, al tramonto, è presa d’assalto da fastidiosi pappataci.

Il tratto conosciuto come Maria Anguilar è perfetto per chi vuole scoprire il mondo sottomarino.
La natura, anche nella provincia di Sancti Spíritus dà il meglio di sé; gli amanti delle escursioni non resisteranno al fascino della frastagliata Sierra del Escambray e dei suoi panorami mozzafiato.

Sulle colline che nel 1958 ospitarono anche il Che (e più di un gruppo di rivoluzionari) si sviluppa il parco di Topes de Collantes (che riunisce il Parque Altiplano, il Parque Codina, il Parque Guanayara e il Parque el Cubano) caratterizzato da una fittissima vegetazione, cascate e da un interessante patrimonio faunistico (che vede protagonisti pappagalli multicolori e il Tocororo, l’uccello nazionale).

Spostandosi verso valle s’incontra l’ex sanatorio per i malati di tubercolosi, trasformato in un centro benessere e, a due passi, il Museo de Arte Cubano Contemporáneo con una settantina di opere realizzate da artisti cubani.

La zona, famosa da secoli per le sue coltivazioni caffè, ospita anche la Casa Museo del Café (dove è possibile visitare la Cristal Mountain, il museo locale) e percorrere il Jardín de Variedades del Café che porta alla scoperta di ben 25 diverse varietà di piante di caffè.
A due passi c’è Plaza de las Memorias con tre casette di legno che raccontano la storia di questo territorio.

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Festival a Cuba

Festival a Cuba

Tra le principali festività nazionali, si ricordano:
  • 1 Gennaio:

    capodanno e Festa della Liberazione

  • 28 Gennaio:

    anniversario della nascita di Josè Monrif

  • In Febbraio, ogni 2 anni:

    Habana International Jazz Festival, all’Avana

  • Le prime due settimane di Febbraio:

    Jornadas de la Cultura Camagueyana

  • 24 Febbraio:

    anniversario della Rivoluzione del 1895

  • 13 Marzo:

    anniversario dell’attacco al Palazzo Presidenziale dell’Avana nel 1957 contro il Dittatore Batista.

  • Pasqua:

    interessanti le Via Crucis che si snoda per le tortuose strade di ciottoli di Trinidad.

  • In Aprile:

    Semana de la Cultura a Baracoa

  • In Aprile:

    Festival di musica elettroacustica a Varadero

  • 17 Aprile:

    anniversario della vittoria della Baia dei Porci nel 1961

  • 1° Maggio,

    Dia Internacional de los Trabajadores, Giornata Internazionale dei Lavoratori.

  • In Maggio:

    Romerìa de Mayo a Holguin.

  • In luglio:

    Jornada Cucalambeana, a Las Tunas; evento rurale dedicato ai mandriani cubani

  • Dal 25 al 27 Luglio:

    celebrazione della Rivolta Nazionale che ricorda anche l’assalto alla prigione Moncada.

  • 30 Luglio:

    Giorno dei Martiri della Rivoluzione

  • Carnevale:

    al termine della “zafra”, la raccolta della canna da zucchero, si svolge tra la seconda quindicina di luglio e metà settembre. Oltre al Carnevale dell’Avana, notevoli sono i festeggiamenti a Cayo Largo, Holguin (con ballerini e concerti all’aperto), Pinar del Rio (con bellissimi carri allegorici) e Santiago de Cuba (considerato uno dei più belli dei Caraibi).

  • A Ottobre:

    Festival della musica contemporanea dell’Avana

  • 8 Ottobre:

    anniversario della morte di Che Guevara

  • 10 Ottobre:

    anniversario dell’inizio della guerra di indipendenza del 1868

  • A Dicembre:

    Festival Internazionale dei film latinoamericani a L’Avana propone un’ampia panoramica sulla produzione di materiale audiovisivo del continente.

  • 25 Dicembre:

    Santo Natale. Da non perdere, una settimana prima, Las Parrandas di Villa Clara con parate, fuochi d’artificio e balli. Sempre in prossimità del Natale, si svolgono le Fiestas Navideñas (Feste della Natività) a Trinidad.

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