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La Valle dei Templi in Sicilia – Sicilia Turismo

L’antica Akragas fu fondata nel 581 a.C. dai coloni povenienti da Gela e da Rodi, che la circondarono di possenti mura, formate in parte da una cresta più alta dove costruirono l’acropoli (e dove oggi si trova l’Agrigento moderna). Il confine meridionale della città antica era costituito da una seconda collina più bassa, dove nel V sec. a.C. furono eretti gli scenografici edifici sacri della cosiddetta Valle dei Templi: un sito di una bellezza eccezionale, addirittura magica se lo si riesce a visitare nelle prime ore del mattino o se si ha la fortuna di ritrovarsi lì al tramonto, quando i templi si colorano di rosso.

Diversi autobus portano dalla Stazione ferroviaria di Agrigento al parcheggio auto che divide le due sezioni orientale e occidentale del sito. Tenete conto che per visitare sia le rovine che il Museo Archeologico, che si trova lungo la strada servirà tutta la giornata.

Nella zona orientale, la più visitata, si trova il Tempio di Ercole, il più antico di Akragas, risalente probabilmente alla fine del VI sec. a.C. Vicino il Tempio della Concordia (430 a.C. Circa) è il più completo e uno dei meglio conservati al mondo. Proseguendo lungo il sentiero che segue il tracciato delle mura della città antica si trova il Tempio di Giunone Lacinia (contemporaneo a quello della Concordia), che sorge sull’orlo estremo dello sperone su cui furono costruiti i templi.

Questi templi vengono illuminati la sera (da ottobre a marzo: 21:00-23:30; da aprile a settembre: 21:30-23:30) e vi potete immaginare quanto aumenti il loro già notevole effetto scenografico.
Nella zona occidentale si trova il Tempio di Giove Olimpico, il più grande tempio dorico sdi cui si conosca l’esistenza, risalente al 480 a.C. Circa; più avanti il Santuario delle divinità ctonie, dedicato alle dee della terra Demetra e Kore (VI-V sec. a.C.); infine il Tempio di Castore e Polluce (V sec. a.C.), ricostruito nel 1832 con materiali provenienti dal sito ma non necessariamente appartenenti al tempio originale.

Se avete voglia di camminare o se avete un mezzo, alcune altre rovine si trovano più in basso rispetto alle altre due zone. Qui si trovano il Tempio di Esculapio (V sec. a.C.), la Tomba romana di Terone (75 a.C.), la chiesetta normanna di San Biagio costuita sui resti tuttora visibili del Tempio di Demetra, il luogo sacro più antico di Agrigento (VII sec. a.C.).

Valle dei Templi di Agrigento, Museo Archeologico Nazionale e Antiquarium Collina dei Templi “Casa Barbadoro” e Casa “Paci”
Orari:
Zona orientale – Collina dei Templi (Giunone, Concordia e Ercole)
Tutti i giorni: 08:30-19:00

Zona occidentale – Tempio di Zeus, Santuario delle divinità ctonie e Tempio dei Dioscuri
Tutti i giorni: 09:00-19:00

Museo archeologico regionale San Nicola

Da mar. a sab.: 09:00-19:00
Dom., lun. e festivi: 09:00-13:00

Antiquarium Collina dei Templi “Casa Barbadoro” e Casa “Paci”

Via Sacra – Agrigento

Museo Archeologico Nazionale

Biglietto d’ingresso gratuito cittadini dell’Unione Europea di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65 anni; docenti e studenti delle facoltà di Architettura, di conservazione dei Beni culturali, di Scienze della Formazione e dei corsi di laurea in Lettere o materie letterarie con indirizzo archeologico o storico – artistico; docenti e studenti delle accademie di Belle Arti; personale dell’Amministrazione dei Beni culturali ed ambientali.

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Megara Hyblaea (Megara Iblea) – Sicilia Turismo

Questo sito si trova a mezzora di auto da Siracusa, in direzione nord lungo la costa.

Il suo primo insediamento risale al Neolitico, ma fu come colonia greca che la città fiorì, dopo che il re siculo di Hybla aveva concesso ai greci provenienti da Megara (vicino ad Atene) di stanziarsi in questo angolo del territorio controllato da lui. Nel VII sec. a.C. Megara Hyblaea era un trafficato centro commerciale e un rinomato distretto artigianale della ceramica, divenendo una ricca città, al punto di arrivare a fondare sue subcolonie, fra le quali Selinus (Selinunte). Alla fine però Megara fu distrutta dal tiranno di Siracusa Gelone nel 482 a.C. Intorno alla metà del IV sec. a.C. Il sito fu ricolonizzato e la città tornò a fiorire, fino a quando fu rasa al suolo dai romani nel 214 a.C.

La maggior parte delle rovine del sito risale al IV secolo, ma le fortificazioni furono erette un secolo dopo; quando però arrivarono i romani la loro costruzione fu interrotta.
Templi, terme, il mercato sono sparsi disordinatamente nella vasta area di quello che è considerato il modello più completo di città arcaica ancora esistente. I reperti rinvenuti nel sito sono conservati nel Museo Archeologico di Siracusa.

Area archeologica di Megara Hyblaea

Orari:
Tutti i giorni: 09:00-un’ora prima del tramonto
Dato che l’area si trova piuttosto fuorimano è comunque conveniente prima della visita avere conferma telefonica dell’apertura (v. sotto)

Visite guidate:
Non esiste un servizio guide messe a disposizione dal sito. Hermes Archeologia e Turismo organizza visite guidate per turisti individuali e gruppi. La visita guidata al sito dura in media 1h30m. A richiesta è possibile fare visite specialistiche ed approfondite. Èanche possibile integrare la visita con una successiva visita al museo archeologico di Siracusa dove sono conservati tutti i reperti provenienti dagli scavi di Megara Iblea.

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Costa Meridionale della Sicilia

La meta principe di questo lungo litorale è la grandiosa Valle dei Templi di Agrigento, ma alle estremità occidentali e orientali della costa meridionale si trovano anche alcune fra le spiagge più incantevoli della Sicilia; purtroppo molte località che avrebbero avuto una vocazione turistica balneare vengono ignorate a causa dei grandi impianti petrolchimici che deturpano il paesaggio in alcuni punti della costa, oltre a inquinare pesantemente i tratti di mare che si trovano di fronte.

Capo Passero è la punta meridionale della Sicilia, una zona con spiagge di vario tipo subito a sud della bellissima Riserva naturale di Vendicari. Un luogo molto particolare è l’antica tonnara di Portopalo, dove si trova anche una caletta dalle acque limpidissime.

Anche Pozzallo ha una spiaggia molto bella, accanto alla trecentesca Torre Cabrera, così come Punta Secca, che ha una bella spiaggia su cui si affacciano direttamente caratteristiche case in stile mediterraneo.

Più avanti Gela non ha certo belle spiagge pulite, ma possiede una delle fortificazioni greche più imponenti, che merita di essere visitata. Le fortificazioni di trovano a Capo Soprano e risalgono al IV sec. a.C., mentre in città si può visitare il Museo Archeologico che ospita un’importante collezione di vasi dipinti risalenti in gran parte ai secoli VII e V a.C.

Agrigento viene sfruttata quasi esclusivamente come base per visitare uno dei siti archeologici più belli del mondo, e non è cosa da poco, ma la città ha anche un nucleo medievale molto bello che in alcuni punti ha delle buone panoramiche sulla Valle dei Templi (anche se è piuttosto difficile tenere fuori campo le brutture edilizie che ne circondano la periferia).

Superata Agrigento, a Eraclea Minoa troverete un altro importante sito archeologico ellenico e una delle spiagge più belle della costa meridionale, Capo Bianco, una lunga spiaggia sabbiosa delimitata da rocce e falesie bianche.

Sciacca, con le sue case colorate a ridosso dell’acqua, il porto peschereccio e la varietà e la stratificazione degli stili architettonici, è una delle piccole perle di questo versante della Sicilia, che non nasconde le sue radici arabeggianti. Più che il singolo monumento, più che le spiagge vicine, è tutta la città nel suo insieme a incantare. Il borgo è arroccato in maniera labirintica sulla collina; uno dei punti panoramici più belli è Piazza Scandaliato, affacciata sul mare e sul porto. Più avanti, poco distante dal Duomo, di origini normanne, fra i vari palazzi di corso Vittorio Emanuele spicca il Palazzo Steripinto, in stile catalano del XV secolo. Rinomata per la sua produzione di maioliche e per il Carnevale, Sciacca è anche uno dei posti migliori dove mangiare pesce, fresco e alla portata di tutti.

Poco fuori Sciacca si trova un giardino molto particolare, il Castello Incantato, in cui campeggiano delle grandi teste di pietra scolpite dal proprietario del giardino, Filippo Bentivegna, ora deceduto.

Selinunte è un altro sito archeologico di particolare bellezza e se vi volete fermare per un bagno, poco prima del sito c’è la spiaggia di Marinella di Selinunte, una grande distesa sabbiosa, un po’ invasa dalle alghe ma molto bella e adatta per il surf.

Passata Selinunte comincia la parte più occidentale della Sicilia, quella in cui la tradizione fenicia e soprattutto araba, si sono fatte sentire maggiormente. Anche geograficamente il territorio, piatto e costellato di case bianche di forma cubica, richiama alla mente il Nord Africa, del resto più vicina rispetto alla stessa costa orientale dell’isola.


Mazara del Vallo
fu una delle città più fiorenti dell’isola, sotto gli arabi, e capoluogo del più grande fra i walis (da cui l’aggiunta del “Vallo”; i walis erano i distretti amministrativi) in cui era divisa allora la Sicilia. Fu la prima ad essere conquistata dagli arabi, e l’ultima a essere ceduta. Il conte Ruggero stabilì qui una forte presenza normanna e Mazara continuò a conservare la sua importanza anche dopo la definitiva conquista normanna, avvenuta nel 1087.

L’influenza araba è evidente nell’intrico di strade del quartiere della Kasbah, dove adesso vive la gran parte della comunità tunisina di Mazara del Vallo. Qui si trova un ristorante tunisino, molto alla buona, fatto sul genere delle nostre osterie, che serve due o tre piatti diversi al giorno; molto economico e veramente buono.

La presenza normanna ha lasciato tracce di sé ad esempio nel Castello del Conte Ruggero, le cui rovine campeggiano in Piazza Mokarta, e nella chiesa di San Nicolò Regale, che presenta chiari elementi arabi.

Immancabili gli edifici barocchi, come il Duomo, di costruzione normanna ma completamente ricostruito alla fine del XVII sec., e gli edifici barocchi di Piazza della Repubblica.
In Piazza del Plebiscito, la chiesa di Sant’Egidio (XV sec.) ospita il Museo del Satiro, dove fondamentalmente si trova il famoso Satiro di bronzo del IV sec. a.C., rinvenuto a fine anni Novanta nelle acque fra Pantelleria e Capo Bon, e pochi altri reperti.

A chi la visita Mazara dà la giusta dose di intimità e di rilassatezza; conoscere il suo centro storico e il quartiere della kasbah è un’attività che occupa poche ore, ma la sua aria da luogo di confine fa venire voglia di fermarsi qualche giorno sollazzandosi fra cortili, viuzze strette e lungomare. Altro ottimo motivo per fermarsi due o tre giorni a Mazara del Vallo è che si mangia veramente bene spendendo poco: nei menù abbonda il pesce, ed è ormai un piatto locale il cous cous; ottime anche gelaterie e pasticcerie.

Di fondazione cartaginese, Marsala fu più tardi ribattezzata Marsah Alì (porto di Alì) dai saraceni che ne fecero la loro principale base sull’isola.
Più cara rispetto agli altri centri della zona, è però una buona base se si vogliono visitare anche Pantelleria o le Egadi. Si possono inoltre visitare alcuni dei bagli o delle cantine sociali dove si produce il tanto amato vino liquoroso che porta il suo nome e dove è possibile degustarlo.

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La Cuba a Palermo – Sicilia Turismo

Lungo Corso Calatafimi, proseguio di Corso Vittorio Emanuele, si trova sul lato sud della strada La Cuba, un bellissimo edificio a pianta rettangolare, compatto, alto e squadrato, che costituisce parte di un grande padiglione tardo normanno arabeggiante fatto erigere nel 1180 da Guglielmo II. Anche questo nome è di origine araba, probabilmente derivante dalla parola Ka’aba (cubo, struttura di forma quadrata). In epoca più tarda fu usato come lazzaretto e poi come unità della cavalleria borbonica.

Al momento si trova all’interno dell’anonimo cortile di una caserma, ma ha un ingresso separato. All’interno sono visibili in più punti i muqarnas, decorazioni in gesso alle pareti, e in una delle “sale” (il tetto in realtà è aperto) c’è un modellino che riproduce le originali sembianze del palazzo, che doveva essere circondato da un laghetto artificiale, e una lunga iscrizione araba che ne riporta la data di fondazione, compatto, alto e squadrato, che costituisce parte di un grande padiglione tardo normanno arabeggiante fatto erigere nel 1180 da Guglielmo II. Anche questo nome è di origine araba, probabilmente derivante dalla parola Ka’aba (cubo, struttura di forma quadrata). In epoca più tarda fu usato come lazzaretto e poi come unità della cavalleria borbonica.

Al momento si trova all’interno dell’anonimo cortile di una caserma, ma ha un ingresso separato. All’interno sono visibili in più punti i muqarnas, decorazioni in gesso alle pareti, e in una delle “sale” (il tetto in realtà è aperto) c’è un modellino che riproduce le originali sembianze del palazzo, che doveva essere circondato da un laghetto artificiale, e una lunga iscrizione araba che ne riporta la data di fondazione.

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Il Teatro Massimo a Palermo – Sicilia Turismo

Si tratta del più grande teatro d’Italia ed è noto in tutto il mondo per l’acustica perfetta della sua sala a ferro di cavallo.

Costruito negli ultimi decenni dell’Ottocento, è di stile neoclassico, sormontato da un’enorme cupola e dal pronao esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale campeggiano due maestosi leoni in bronzo. Dopo un lungo periodo di chiusura (negli anni Settanta fu chiuso per restauro e lasciato in stato di abbandono), nel 1997 fu finalmente riaperto al pubblico che ha potuto riappropriarsi di un tale gioiello di acustica per seguire le grandi opere e i grandi concerti di musica classica.

Non solo, il teatro è anche aperto alle visite è comprensivo della guida che accompagna i visitatori durante tutto l’anno, eccetto che durante le prove, quando è interdetto l’accesso al pubblico.

Teatro Massimo

  • Piazza Verdi
  • Orari visite guidate:
  • Da mar. a dom.: 10:00-15:00 (25′; ultima visita ore 14.30)
  • Anche in lingua straniera.
  • Per informazioni e prenotazioni:
  • Tel./fax: 091 60 90 831
  • Web: http://www.teatromassimo.it/index.html

Biblioteca
La biblioteca è aperta al pubblico e dispone di sala lettura per la consultazione in sede di libri, foto, documenti cartacei d’archivio e di una sala per la visione e/o l’ascolto dei materiali audio-video presenti e delle registrazioni degli spettacoli del Teatro Massimo.

È disponibile il servizio di fotocopiatura in b/n e colore e possono essere richieste riproduzioni di immagini e foto.
La biblioteca fornisce inoltre il servizio di consultazione, ricerche bibliografiche e spedizione di materiali per corrispondenza.

Orari di apertura al pubblico:

  • Da lun. a ven.: 09.30-13.30
  • Mar. e gio.: anche 15.00-17.00
  • Per contatti e maggiori informazioni:
  • Tel.: 091 60 53 136 / 134
  • Fax: 091 60 53 141
  • E-mail: biblioteca@teatromassimo.it

Caffetteria
Orari: Da mar. a dom.: 10:00-15:00
Durante gli spettacoli il servizio di caffetteria è offerto nel locale al piano terra, cui si può accedere dal foyer.

Bookshop
Libri, prodotti di editoria musicale, CD di musica classica e operistica, accessori di abbigliamento e gioielli.
Orari: Da mar. a dom.: 10:00-15:00

Guardaroba
Il servizio di guardaroba è gratuito. È obbligatorio depositare in guardaroba ombrelli, cappelli, caschi, apparecchi di ripresa del suono e delle immagini.

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La Kalsa a Palermo – Sicilia Turismo

A sud est di Corso Vittorio Emanuele si stende quello che anticamente fu il cuore culturale e intellettuale di Palermo. Il nome è di origine evidentemente araba (khalisa in arabo vuol dire “pura”, “eletta”) e infatti si tratta di uno dei quartieri più antichi di Palermo, ricco di monumenti e palazzi. Devastato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale sta lentamente tornando a nuova vita grazie a progetti di restauro e di recupero urbano e a iniziative culturali che ne animano le strade e le vie nelle sere estive.

Arrivando dalla Cala e proseguendo in direzione ovest lungo il Corso, si incontra sulla sinistra la chiesa duecentesca di San Francesco nell’omonima piazza, conosciuta ai più per l’Antica Focacceria che dal 1834 ha sede nella piazza antistante; nei periodi di maggior afflusso turistico campa un po’ troppo di rendita in virtù del prestigio di cui gode e quindi a volte capita di prendere delle delusioni, ma i suoi piatti forti, il cibo da strada, sono sempre ottimi. Come tanti commercianti palermitani, anche il proprietario della Focacceria ha avuto il coraggio di denunciare i propri estorsori e di rifiutarsi di continuare a pagare il pizzo.

Tornando verso il mare si arriva in Piazza Marina, dove si trova il Giardino Garibaldi ed è visibile il bellissimo Museo delle Marionette, il cui accesso è però da Via Butera. Il Garibaldi è un bel giardino rigoglioso e ombreggiato grazie alle piante tropicali che svettano sulla piazza; i suoi ospiti più famosi sono gli enormi banani dalle contorte radici aeree. La Piazza è una sosta molto piacevole, sia grazie al giardino, sia per i bei palazzi che vi si affacciano.

Come il Palazzo Chiaromonte (o Palazzo Steri), severo e imponente edificio del XIV sec. dalla forma squadrata, dalla bella facciata intarsiata e con un bel cortile esterno. Fra il 1685 e il 1782 fu sede dell’Inquisizione, poi divenne il tribunale cittadino fino al 1972 e attualmente ospita il rettorato dell’Università ed è aperto alpubblico solo in occasione di mostre d’arte temporanee.

Oltre Porta Felice c’è il lungomare del Foro Italico, non particolarmente bello ma abbastanza piacevole per il parco che separa la strada dal mare e molto frequentato d’estate per le passeggiate serali. Arrivati in Piazza della Kalsa, sulla destra si trova nel Palazzo Abbatellis la Galleria Regionale che ospita una bella collezione di arte medievale, fra le quali spicca una collezione di dipinti di Antonello da Messina, pittore siciliano del Quattrocento.

Continuando lungo Via Alloro in direzione di Via Roma si intcontra poi Palazzo Gangi, dove Visconti girò la scena del ballo del Gattopardo.
Piazza Magione, chiusa fra Piazza Alooro, Via Magione e via di Spasimo, è un luogo di incontro serale molto frequentato dai giovani palermitani. Qui dietro si trova anche il Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un centro culturale con un’enoteca, un piacevole cortile, un museo, una libreria e un centro per concerti e iniziative culturali che organizza anche visite guidate serali della zona.

Da Piazza Magione alle oasi del parco di Villa Giulia e del Giardino Botanico ci vogliono pochi metri di cammino, oltre Via Lincoln.
Villa Giulia è un bellissimo giardino all’italiana risalente al Settecento, così come l’Orto Botanico, uno dei più importanti d’Europa, che ospita circa 12.000 specie, di cui molte tropicali rappresentate in splendidi e rigogliosi esemplari; meravigliose anche le piante grasse e molto bello il piccolo giardino di macchia mediterranea, costruito su una collinetta in fondo al parco.

Villa Giulia

  • Convento, Parrocchia, Basilica Minore di San Francesco d’Assisi
  • Via del Parlamento, 32

Per informazioni:

  • Tel./fax: 091 61 62 819 (convento)
  • Tel./fax: 091 58 23 70 (parrocchia)

Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino

  • Via Butera/Piazzetta Niscemi, 5
  • Orari:
  • Da lun. a ven.: 09:00-13:00; 15.30-18.30
  • Sab. e dom.: 09.00-13.00

Per informazioni:

  • Tel.: 091 32 80 60
  • Fax: 091 32 82 76
  • E-mail: mimap@museomarionettepalermo.it

Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis

  • Palermo, Via Alloro 4
  • Orari:
  • Lun., mer. e sab.: 09:00-13:30
  • Mar., gio. e ven.: 09:00-13:30; 15:00:19:30
  • Dom. e festivi: 09:00-12:30
  • Per informazioni:
  • Tel.: 091 62 30 011
  • Fax: 091 61 65 237

Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa

  • Vicolo della Neve all’Alloro, 2/5
  • Per informazioni:
  • Tel.: 091 61 60 796
  • Fax.: 091 69 00 690
  • Mobile: 349 88 22 453
  • E-mail: palermo@parcotomasi.it
  • Web: http://www.parcotomasi.it/

Villa Giulia

  • Via Lincoln angolo Foro Italico
  • Orari: Tutti i giorni: 08:00-20:00
  • Biglietti: Ingresso gratuito

Orto Botanico

  • Via Lincoln, 2/a
  • Orari:
  • – Dal 1° marzo al 31 marzo:
  • Da lun. a dom. e festivi: 09:00-18:00
  • – Dal 1° aprile al 30 aprile:
  • Da lun. a dom. e festivi: 09:00-19:00
  • 1° Maggio: 09:00-14:00
  • – Dal 2 maggio al 31 agosto:
  • Da lun. a dom. e festivi: 09:00-20:00
  • – Dal 1° settembre al 30 settembre:
  • Da lun. a dom. e festivi: 09:00-19:00
  • – Dal 1° ottobre al 31 ottobre:
  • Da lun. a dom. e festivi: 09:00-18:00
  • – Dal 1° novembre al 28 febbraio:
  • Da lun. a sab.: 09:00-17:00
  • Dom. e festivi: 09:00-14:00

Chiuso nei giorni di Capodanno, Pasqua, Ferragosto e Natale.
L’ingresso è consentito fino a 30 minuti prima dell’ora di chiusura
.

Per informazioni:

  • Numero verde: 800 90 36 31
  • Tel.: 091 62 38 234
  • E-mail: info@ortobotanico.palermo.it
  • Web: http://ortobotanico.palermo.it/

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La Vucciria a Palermo – Sicilia Turismo

Situata ad est di Via Roma e a nord di Corso Vittorio Emanuele, è conosciuta soprattutto per il suo mercato, uno dei must se si ricerca il “pittoresco”, “vivace”, “tipico” ecc. In effetti la sua posizione, in una piazzetta chiusa da cui si diramano stradine tortuose animate dalle bancarelle fin dalle prime ore del mattino, dà al mercato della Vucciria quel surplus scenografico che manca agli altri mercati storici della città (Ballarò, Porta Carini/Il Capo), seppur forse mantenutisi ancora più autentici.

Uscendo dai vicoli della Vucciria in direzione nord si sbuca dietro la chiesa settecentesca di San Domenico, in posizione leggermente rientrata rispetto a Via Roma; di fronte alla chiesa la pasticceria omonima serve ottimi cannoli. Il complesso ospita il Museo del Risorgimento e l’Oratorio del Rosario di San Domenico, mentre più avanti lungo la via ma sull’altro lato della strada, la chiesa di Sant’Ignazio all’Olivello ospita nell’ex convento adiacente il bellissimo Museo Archeologico Regionale, che raccoglie reperti e manufatti rinvenuti in tutti i più importanti siti neolitici, cartaginesi, greci e romani dell’isola.

A est di Via Roma e del mercato si trova la zona della Cala, il vecchio porto cittadino che adesso funge da porticciolo turistico; la zona intorno a questa insenatura è piuttosto degradata, ma è stato recentemente presentato un piano regolatore per il recupero urbanistico dell’intera area, fortemente colpita dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.

Chiesa di San Domenico

  • Piazza San Domenico, 1
  • Orari: Feriali: 09:00-11:00
  • Sab. e festivi: 17:00-19:00
  • Per informazioni: Tel.: 091 32 95 88

Museo del Risorgimento

  • Piazza San Domenico, 1
  • Orari: Lun., mer., ven.: 09:00-13:00
  • Biglietti: Ingresso gratuito
  • Per informazioni: Tel.: 091 58 27 74

Museo Archeologico Regionale

  • Via Bara all’Olivella, 24
  • Orari: Da mar. a ven.: 08:30-13:45; 15:00-18:45
  • Lun., sab. e dom.: 08:30-13:45

Per informazioni:

  • Tel: 091 61 16 805 / 091 61 16 806 / 091 61 16 807
  • Fax: 091 61 10 740
  • E-mail: urpmuseopa@regione.sicilia.it

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Palermo

Quando i fenici scelsero di insediarsi qui non potevano trovare posizione migliore, al centro di un ampio golfo e con alle spalle una vallata fertile e prolifica. Il fascino naturale del sito su cui sorge è stato gradualmente soppiantato nei secoli dal fascino architettonico e la sua bellezza è nei lasciti dei popoli che la hanno abitata e l’hanno resa una delle città più vivaci e trafficate del Mediterraneo.

Nonostante la fama che si è fatta a causa di una certa diffusione di criminalità, micro e non, molta della quale costituisce la minuscola punta di iceberg della mafia palermitana, è una città che non dà affatto un senso di pericolo o di insicurezza. Arrivandoci via mare si ha il vantaggio di sentirsi subito immersi nella città e ci vuole molto poco a prenderci confidenza; per quanto riguarda i borseggi da moto e motorini di passaggio ci si può tutelare di giorno evitando di mettere in mostra la propria “turistaggine” con borselli ciondolanti o apparecchi tecnologici in vista, di notte evitando le strade del centro storico poco trafficate o male illuminate.

Queste sono indicazioni di massima che possono valere ovunque, anche se è vero che scippi e borseggi a Palermo sono piuttosto frequenti; detto questo, durante il periodo in cui eravamo a Palermo, ci è capitato anche di attraversare zone del centro storico cosiddette “a rischio”, e di incontrare molte persone che, essendo estate, stavano sedute fuori dalla porta di casa a chiaccherare con i vicini e a prendere fresco.

Le cose da vedere sono tante ma Palermo è una di quelle città che merita di essere visitata con lentezza, o si rischia di perdersi pezzi importanti della sua identità; d’altra parte si è tentati in continuazione di fermarsi in qualche bar, pasticceria o bancarella in uno dei suoi mercati alimentari per uno spuntino, visto che soddisfare fame e sete a Palermo è un piacere come pochi e i prezzi più che popolari hanno ben poca concorrenza con gli altri capoluoghi italiani.

Il centro storico di Palermo rispecchia ancora l’impianto medievale e non è difficile orientarsi. Palermo dipone di un buon servizio di autobus e ha anche la metropolitana, ma il centro storico, seppur non piccolissimo, si gira molto bene a piedi.

Per visitare la città può essere pratico fare riferimento all’antica suddivisione nei quattro grandi quartieri divisi dal Corso Vittorio Emanuele e da Via Maqueda, sulle quali si affacciano grandi palazzi storici e molti negozi. Il punto di intersezione di queste due grandi strade perpendicolari è lo slargo chiamato dei Quattro Canti, una piazza circolare in stile barocco chiamata anche “Teatro del Sole” perché il sole è sempre visibile. La piazza è delimitata dalle facciate concave dei palazzi che danno sull’incrocio e situati ai quattro angoli; davanti a ogni facciata c’è una fontana e nelle nicchie di ogni facciata altrettante statue rappresentano le stagioni, i re spagnoli di Sicilia e le sante patrone dei quartieri di appartenenza, quelli alle spalle di ogni palazzo.

I quattro quartieri sono la Vucciria, a est di via Maqueda e a nord di Corso Vittorio Emanuele, la Kalsa, sullo stesso lato di via Maqueda ma a sud del Corso, così come l’Albergheria che si trova però a ovest rispetto a via Maqueda, e infine il Capo, nella zona nord ovest del centro rispetto ai Quattro Canti. Ovviamente non si tratta di divisioni rigide, ma sono molto comode per orientarsi.

A pochi passi dai Quattro Canti si trova Piazza Bellini che ospita una di fronte all’altra la chiesa di San Cataldo, le cui cupolette rosse richiamano le prime suggestioni del passato arabo della città, e la chiesa della Martorana, di epoca normanna ma con ritocchi barocchi. La chiesa e il suo campanile sono molto belli: le pareti e le colonne della cupola centrale sono decorate con mosaici bizantini a sfondo dorato che riflettono i raggi solari che entrano dalle finestre creando un vero spettacolo. La chiesa però è conosciuta anche per l’antica tradizione pasticcera che vuole il suo convento come luogo di nascita della frutta martorana, le sculture di pasta di mandorle dalla forma e dai colori di frutta e verdura prodotte dalle suore del convento fino a metà del Novecento, di cui hanno raccolto l’eredità le tante pasticcerie palermitane e isolane.

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Muoversi in Sicilia – Sicilia Turismo

La Sicilia è una delle isole più grandi del Mediterraneo e le distanze tra una città e l’altra richiedono, anche in alcuni casi alcune ore di viaggio in automobile o in autobus, di più se si sceglie di spostarsi in treno, più lento e con le stazioni dislocate a volte diversi chilometri fuori dai centri che si vogliono raggiungere.

Se poi dovete far coincidere treni e autobus potrebbero volerci anche 5 o 6 ore per percorrere 50 chilometri perché spesso le varie corse non sono pensate in funzione delle coincidenze.
Quindi, se vi muovete usando mezzi pubblici diversi, pianificate per tempo gli spostamenti in modo da non rischiare di rimanere bloccati per ore in qualche sperduta fermata di autobus o treno.

Se dovete andare da un capo all’altro della Sicilia, in linea generale sono piuttosto rapidi i viaggi lungo la costa, mentre può richiedere un’intera giornata attraversare l’isola da est a ovest o viceversa passando dall’interno.

Numerosi traghetti e aliscafi raggiungono le isole minori, alcune delle quali sono collegate direttamente alla penisola. Per Pantelleria e Lampedusa l’alternativa è l’aereo, con voli regionali da Palermo, Trapani e Catania, o con voli nazionali.

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Come muoversi in Sicilia in autobus – Sicilia Turismo

Gli autobus raggiungono quasi tutte le destinazioni di interesse turistico, sono comodi, più veloci rispetto ai treni e solo leggermente più cari.
Sais, Ast e Interbus sono le compagnie siciliane che insieme servono quasi tutta l’isola collegando anche fra di loro i centri principali.

I tragitti locali sono coperti da numerose compagnie minori, che però riducono o eliminano totalmente il servizio la domenica e i festivi.

In genere nelle città più grandi i capolinea sono davanti alla stazione ferroviaria o in una delle piazze principali. Gli orari si possono trovare negli uffici delle varie compagnie o nelle autostazioni, dove conviene anche comprare i biglietti se si vuole essere sicuri di viaggiare seduti. Altrimenti si possono acquistare direttamente dal conducente.

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